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Perch si parla di pagamenti del gas russo in euro o in rubli?
La scorsa settimana il presidente russo ha ordinato a Gazprom e Banca centrale russa di studiare il modo per far pagare in rubli il gas venduto alle controparti occidentali. Queste ultime hanno rifiutato di cambiare i termini contrattuali in vigore, che comprendono una precisa determinazione della valuta (euro o dollari) e dei prezzi. Ci ha creato un vicolo cieco: il rischio di restare senza gas dalla parte europea, quello di non incassare pi euro e dollari dalla parte russa.
Che cosa cambia con il decreto di ieri di Putin?
Secondo una prima lettura del decreto emesso dalla presidenza russa, il meccanismo sembra non alterare i termini attuali e segnare una sorta di passo indietro di Putin o di uscita onorevole dalla questione: le compagnie occidentali continuerebbero infatti a pagare in euro o dollari. Bisogna per decifrare bene il testo: se il meccanismo di cambio della valuta – che prevede che gli euro vadano dalle compagnie a Gazprombank, che li cambia in rubli alla Borsa russa e poi li restituisce alle compagnie, che a loro volta li girano a Gazprom – comportasse differenze di prezzo allora la situazione sarebbe diversa, e svantaggiosa. Se le compagnie acquirenti (come Eni, Gasunie, Total, Uniper) dovessero accollarsi il rischio di cambio e dei trasferimenti bancari, come sembra, allora probabilmente non accetterebbero di uniformarsi. Le autorit russe e la Banca federale conoscono bene le quantit di gas in gioco e i prezzi. Controllando le quantit di rubli in circolazione possono agevolmente calibrare l’offerta di valuta sul mercato, stabilendo cos i cambi e il valore del rublo a loro piacimento. Dettagli tecnici che possono per fare la differenza sullo scenario complessivo, riportando al vicolo cieco di cui sopra.
Ma la Russia pu interrompere il flusso di gas verso l’Europa?
Il rischio che Putin possa decidere di lasciare l’Italia e l’Europa senza gas esiste. In teoria l’interruzione delle forniture pu essere effettuata dall’oggi al domani, ma solo prendendosi anche un rischio di danneggiamenti alle strutture produttive e ai giacimenti, causati dalle basse temperature e dalla possibilit di formazione di sostanze acquose. Per fermare la produzione di gas senza doversi accollare alla ripartenza lunghe e costose manutenzioni dei giacimenti serve almeno qualche giorno. Si tratta poi di gestire l’enorme quantit di combustibile presente in tubi lunghi migliaia di chilometri. Il gas deve comunque mantenere precise specifiche tecniche per il suo uso. Pi semplice sarebbe gestire una diminuzione dei flussi verso Occidente, anche notevole, come peraltro gi accaduto lo scorso gennaio, quando la riduzione ha toccato il 40%. Non va dimenticato poi che la maggior parte del gas siberiano serve per il mercato interno russo.
Il gas russo continua a passare senza problemi attraverso l’Ucraina?
S, il gasdotto che porta il gas al confine italiano di Tarvisio e che attraversa l”Ucraina continua a funzionare regolarmente e, anzi, dall’inizio della guerra sta trasportando volumi di assoluto rilievo, superiori alle medie dei periodi precedenti. Il che fa presumere che persino in questo mese di guerra lo stesso tubo soddisfi anche i consumi ucraini, che verosimilmente prelevano gas in modo non molto differente da quanto accade in tempo di pace.
I timori di Francia e Germania sono fondati?
S, ma la Francia acquista volumi limitati di gas russo (7-8 miliardi di metri cubi l’anno) mentre ad essere decisamente pi esposta la Germania, che importa circa met del suo gas naturale dalla Russia (che pesa per un quarto dei suoi consumi totali di energia).
Che cosa accade sul mercato italiano?
Pur essendo l’Italia da un mese al livello di preallarme, da alcuni giorni alcuni operatori nazionali esportano verso il Nord Europa volumi di gas che vengono venduti a prezzi superiori sull’hub olandese TTf rispetto a quelli del Psv (Punto di scambio virtuale) italiano. Si tratta di alcune decine di milioni di metri cubi che comunque escono dal Paese e farebbero comodo per il mantenimento delle riserve nazionali. Non si possono escludere infatti n improvvise riduzioni di gas russo, n un incidente sul gasdotto dall’Ucraina causato dalla guerra in corso.
Quali sono i piani del governo per le riserve?
Per incentivare gli operatori al riempimento degli stoccaggi (le riserve di gas) il governo ha allo studio un meccanismo che prevede il pagamento della differenza di prezzo tra il mercato italiano e quello olandese. Un sistema a due vie, che porterebbe a rimborsi nel caso che il prezzo italiano sia superiore a quello olandese. Nelle settimane scorse un’asta per gli stoccaggi a prezzi negativi (si pagano gli operatori perch li riempiano) era andata deserta.
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