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Leonardo Del Vecchio, presidente del gruppo EssiLux, si schiera a favore del programma strategico “Awakening the Lion”, presentato dalla lista guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, titolare del 9,5%, in vista del rinnovo della governance di Generali il 29 aprile. Il piano offre «una visione imprenditoriale di lungo termine che non guarda solo ai dividendi ma anche alla necessità di crescita della compagnia», spiega nell’intervista a Bloomberg News, l’imprenditore di Agordo che, tramite Delfin, possiede circa l’8% del Leone di Trieste ed è il terzo azionista: secondo l’agenzia di stampa internazionale, potrebbe arrotondare ancora il pacchetto avvicinandosi al 9,9%. Il programma messo a punto dal gruppo Caltagirone «dà l’idea di una compagnia forte, con un grande futuro ma che è stata forse frenata da un azionista interessato solo ad estrarre dividendi». L’allusione è a Mediobanca, primo socio della compagnia triestina con il 12,8% e sostenitore della lista del cda che ricandida Philippe Donnet quale ad.
La vecchia scuola
«Sono della vecchia scuola – aggiunge Del Vecchio – che pensa che gli imprenditori debbano investire le proprie risorse. Ho scoperto di recente che le azioni delle società possono essere prese in prestito solo per votare all’assemblea degli azionisti e poi restituite ai proprietari. Se questa pratica diventa di uso comune e legittima ritengo che avrebbe conseguenze serie per la nostra economia». Il riferimento è sempre a Mediobanca per essersi fatta “prestare” da Bnp Paribas il 4,42% di Generali con il solo fine di utilizzare il pacchetto di voti in occasione dell’assemblea chiamata a rinnovare il board.
L’endorsement di Del Vecchio alla lista di candidati proposta da Caltagirone ne esalta «la competenza elevata», soprattutto in relazione a figure come Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Roberta Neri. Il re degli occhiali la definisce «ben equilibrata» e rimarca che il candidato al ruolo di ceo, Luciano Cirinà, ha «una perfetta comprensione di come Generali funziona e radici profonde a Trieste dove è nato e che rappresenta il cuore pulsante del settore assicurativo in questo Paese».
Il mercato, dice ancora Del Vecchio, «ha già reagito con favore al programma di Caltagirone. Il prezzo del titolo sta salendo e Generali si sta confermando come un buon investimento finanziario». Si ricorda che proprio a seguito della lista alternativa, le azioni Generali hanno sfondato il muro di 20 euro, cosa che non accadeva dal novembre 2008.
Con Claudio Costamagna, Generali potrebbe disporre di «un presidente con competenze operative in grado di creare valore per l’azienda e di offrire un supporto concreto nella gestione delle grandi operazioni di trasformazione che auspichiamo di vedere nel futuro di Generali», osserva ancora Del Vecchio.
La scossa
Il programma “Risvegliare il Leone” sostiene che la compagnia triestina può raddoppiare i ricavi grazie alla sua strategia, che include il taglio dei costi – con un cost/income al 55% e l’aumento delle attività di M&A fino a 7 miliardi. Peraltro, punta a 4,2 miliardi di utile netto nel 2024, per superare 5 miliardi nel 2025 e nel 2026 rispetto ai 2,8 miliardi del 2021, con una generazione di cassa cumulata tra 9,5-10,5 miliardi nel periodo 2022-2024 e quasi 1,6 miliardi da destinare alla trasformazione tecno-digitale.
Il programma dell’imprenditore romano rappresenta un netto distacco dalla strategia di Donnet che si basa sull’espansione nel settore dell’asset management e delle polizze dalla marginalità elevata. Durante la presentazione al mercato delle linee guida del progetto, Costamagna e Cirinà hanno spiegato che se la lista Caltagirone dovesse conquistare la maggioranza del consiglio, nei sei mesi successivi sarà varato un nuovo piano industriale. Del resto l’obiettivo è appunto dare una scossa alle Generali che procede con lentezza rispetto ai competitor: nonostante i forti rialzi provocati dagli acquisti dei due imprenditori, ancora oggi Generali vale 31 miliardi, Axa 64 miliardi, Allianz 88 miliardi e Zurich 68 miliardi di franchi svizzeri (66 miliardi di euro).
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