Ven. Nov 22nd, 2024

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di Claudio Del Frate

Un articolo dell’agenzia Novosti spiega la «road map» che scatterebbe dopo l’eliminazione fisica degli avversari con la guerra. «Impossibile ogni compromesso del tipo Nato-no, Ue-sì»

La denazificazione è una richiesta che il Cremlino ritiene irrinunciabile anche se fino a oggi non era mai stata esplicitata nel dettaglio. «La denazificazione è necessaria in quanto una parte significativa del popolo – molto probabilmente la maggioranza – è stata dominata e attratta dal regime nazista » attacca Novosti. Dunque il primo obiettivo è che «i nazisti che hanno preso le armi dovrebbero essere distrutti al massimo sul campo di battaglia». Giova ricordare che Putin in più circostanze ha equiparato Zelensky e il suo governo l’esercito regolare ucraino che contrasta l’invasione russa ai battaglioni – come Azov – che si rifanno a una simbologia nazista. Tutto nel medesimo calderone. E dunque « oltre ai vertici, sono colpevoli anche una parte significativa delle masse, che sono naziste passive, complici del nazismo».

L’operazione di pulizia, poi, non dovrà essere solo fisica e militare ma investire anche la sfera della cultura e dell’educazione «che si realizza attraverso la repressione ideologica (soppressione) degli atteggiamenti nazisti e una severa censura: non solo nell’ambito politico, ma anche necessariamente nell’ambito della cultura e dell’istruzione». E per il firmatario dell’articolo va da sè che «la denazificazione può essere effettuata solo dal vincitore». Niente forze di pace internazionali, niente Onu. Si tratta di un regolamento di conti tutto interno alla Russia. E come si chiarisce poco più avanti «non può compiersi con un compromesso, sulla base di una formula come “ Nato – no, UE – sì».

Un obiettivo di tale portata non si raggiunge dall’oggi al domani: «I termini della denazificazione non possono in alcun modo essere inferiori a una generazione» poiché «la nazificazione dell’Ucraina è continuata per più di 30 anni, almeno a partire dal 1989». In che senso? «La particolarità della moderna Ucraina nazificata sta nell’amorfa e nell’ambivalenza, che permettono al nazismo di essere mascherato
da desiderio di “indipendenza” e da un percorso “europeo” (occidentale, filoamericano) di “sviluppo”».

Dunque come procedere? «Il nome “Ucraina” non può essere mantenuto come titolo di qualsiasi entità statale completamente denazificata in un territorio liberato» ma qui Novosti lascia aperta la possibilità che per territorio liberato non si l’intero Paese attuale ma solo la sua parte orientale. Si tornerebbe dunque plasticamente a un tempo di Guerra fredda, con due Ucraine sul modello delle due Germanie. Resta che «a differenza, per esempio, della Georgia e dei paesi baltici , l’Ucraina, come la storia ha dimostrato, è impossibile come stato nazionale e i tentativi di “costruirne uno” portano naturalmente al nazismo». Quindi « la denazificazione dell’Ucraina è anche la sua inevitabile de-europeizzazione».

In tempo di pace, la denazificazione dovrebbe procedere lungo alcune direttrici: «liquidazione delle formazioni armate naziste… formazione di organi di autogoverno pubblico e di milizie… installazione dello spazio informativo russoritiro dei materiali didattici e il divieto di programmi educativi a tutti i livelli contenenti linee guida ideologiche naziste…pubblicazione dei nomi dei complici del regime nazista, coinvolgendoli nei lavori forzati per il ripristino delle infrastrutture…creazione di organismi permanenti di denazificazione per un periodo di 25 anni». Un lavaggio dei cervelli in piena regola.

Chiosa finale: «Per mettere in pratica il piano di denazificazione dell’Ucraina, la stessa Russia dovrà finalmente separarsi dalle illusioni filo-europee e filo-occidentali, realizzarsi come l’ultima istanza per proteggere e preservare i valori dell’Europa storica». Insomma, il messaggio non vale solo per gli ucraini sotto le bombe.

4 aprile 2022 (modifica il 4 aprile 2022 | 15:36)

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