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Si ricorre per disturbi passeggeri, ma Tachipirina è un farmaco che necessita lo stesso della dovuta attenzione. Cosa sapere prima dell’uso
Fonte articolo: Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)
È conosciuto con il nome commerciale di Tachipirina, ma in realtà stiamo assumendo il paracetamolo, ovvero il principio attivo che agisce come riduttore della febbre, quindi come antipiretico, e – pochi sanno – per alleviare il dolore; risulta essere, pertanto, anche un ottimo analgesico.
Viene usato da tutta la gamma degli utilizzatori – da bambini, adolescenti e adulti – al sopraggiungere dei sintomi, come la febbre, dovuti a influenza, malattie esantematiche, ovvero a malattie infettive tipiche dell’infanzia e degli adolescenti, oltre alle malattie acute dell’apparato respiratorio; inoltre, attenua dolori di varia natura: mal di testa, nevralgie, dolori muscolari ecc.
Tachipirina, chi in particolare deve usarla con cautela
Chi è allergico al paracetamolo o a un altro degli elementi contenuti nella Tachipirina, non deve assumere questo medicinale. Attenzione anche da parte di coloro che la usano in dosi elevate e prolungate: può provocare alterazioni anche gravi a carico del rene e del sangue; chi soffre di una malattia dei reni o del fegato, avvisi opportunamente il medico e si sottoponga ad eventuali esami per verificare la funzionalità del fegato, dei reni e la composizione del sangue.
Anche le donne in gravidanza devono prestare la dovuta cautela: si dovrà assumere la Tachipirina abbassando la dose quanto basta per ridurre la febbre o il dolore, e per il minor tempo di assunzione possibile; sotto allattamento, la somministrazione deve avvenire solo se strettamente necessaria e a discrezione del medico.
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Un uso ponderato è indicato per i soggetti che soffrono delle seguenti patologie: uso di alcol in modo cronico ed eccessivo; anoressia; bulimia; cachessia (stato caratterizzato da estrema magrezza, riduzione delle masse muscolari e assottigliamento della pelle a causa di malattie croniche); prolungata alimentazione non corretta e disidratazione ; ipovolemia (ridotto volume di sangue in circolo); malattie del fegato concomitanti con l’uso di medicinali che alterano la funzionalità del fegato carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (sostanza normalmente presente nel corpo umano, la cui carenza può causare una malattia del sangue); anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi del sangue).
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Oltre alle suddette predisposizioni, si richiede uno stretto controllo medico anche quando si assumono simultaneamente: altri medicinali che contengono paracetamolo; medicinali che rallentano lo svuotamento dello stomaco (ad es. anticolinergici, oppioidi); medicinali che accelerano lo svuotamento dello stomaco (ad es. procinetici); colestiramina; anticoagulanti; rifampicina; cimetidina; antiepilettici; zidovudina.
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