(ANSA) – ROMA, 01 APR – Don Matteo colpisce ancora e non ha
rivali: la serie si rinnova ma il successo è quello di sempre.
Ieri sera è andata in onda su Rai1 la prima puntata della
tredicesima stagione che ha sfiorato il 30% (29,9%)di share con
una media di 6 milioni 541mila telespettatori. La nuova puntata
dell’Isola dei famosi 2022, si è fermata a 2.380.000 spettatori
pari al 15.7% di share
Prodotto da Rai Fiction e Lux Vide, la fiction con Terence
Hill, Nino Frassica, Maria Chiara Giannetta e Maurizio Lastrico,
ha visto il ritorno di Flavio Insinna mentre è atteso l’arrivo
di Raoul Bova nel quinto episodio, ha così consolidato il
successo delle passate edizioni.
Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction ha evidenziato: “Un
esordio che è una straordinaria conferma per Don Matteo 13. Il
risultato della prima serata dice di un’inossidabile affezione
per il personaggio di Don Matteo e per il suo storico
interprete, Terence Hill, un testimonial della fiction Rai e
della collaborazione con la Lux Vide. È il felice inizio per
una nuova appassionante stagione che chiamerà il grande pubblico
a conoscere personaggi nuovi che si aggiungono a una squadra
ormai consolidata ma anche a una svolta importante nel segno del
rinnovamento di una solida tradizione”.
Le fa eco Luca Bernabei, AD di Lux Vide : “Ciò che rende
possibile, dopo 13 serie, il successo di Don Matteo è la fedeltà
e l’amore di un gruppo di persone che da più di 20 anni si
dedica a questa serie con passione. Pensiamo a quelle dei propri
personaggi di Terence Hill, Nino Frassica, Natalie Guetta e
Flavio Insinna. Una fedeltà e un amore che ha contagiato anche
Maria Chiara Giannetta, Maurizio Lastrico. Solo così si può
rimanere nel cuore degli spettatori di Rai1, anche loro rimasti
fedeli per più di 20 anni”. Stefano Coletta, direttore di Rai1:
“Don Matteo è la famiglia per il pubblico mainstream, consegna
riferimenti e riconoscimenti identitari al pubblico della rete
ammiraglia. Abbiamo tutti bisogno di maggiore leggerezza, di
volti amicali, di un linguaggio lontano dall’ambivalenza”
(ANSA).
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