(ANSA) – LENTINI, 14 MAR – E’ uscito di casa, assieme al
figlio, lui per andare in una pizzeria e il giovane a prendere
dell’acqua in un supermercato, e quando un’ora dopo è rientrato
ha trovato la moglie sul letto, le ha tolto il coltello dal
collo e ha tentato di rianimarla, ma era già morta, e con uno
straccio ha pulito la pozza di sangue per terra nella stanza. E’
la ricostruzione fornita, a Ore 14 di Raidue, da Massimo
Cannone, il tappezziere di 45 anni marito di Naima Zahir, la
45enne originaria del Marocco, ritrovata la sera di due giorni
fa senza vita a terra nella loro abitazione di Lentini.
Formulando un’ipotesi sull’accaduto: “secondo me ha fatto tutto
da sola, poi non lo so…”
“Quando sono entrato – ha detto – le ho tolto il coltello dal
collo, uno di quelli che abbiamo in cucina, e ho cercato di
darle aiuto. La porta di casa non era stata forzata. C’era
sangue dappertutto perché prendeva dei farmaci anticoagulanti
per curare l’ischemia. Ho preso un mocio e ho pulito il sangue
per terra. Poi ho mandato un messaggio a mio figlio dicendogli
di vederci da suo zio perché non volevo che vedesse quella
scena. Poi è stato mio fratello che ha chiamato polizia e
l’ambulanza”.
“E’ vero che mi hanno indagato – ha confermato Cannone – mi
hanno anche sequestrato tutti gli abiti, ma sono libero e
mercoledì c’è l’autopsia. Mi hanno detto che non dovevo toccare
alcunché, perché è la scena del crimine. Ma io non potevo non
cercare di aiutarla. Perché non chiamato un’ambulanza? Perché al
90 per cento era morta, anzi sicuramente era morta. Non sapevo
quello che facevo, il quel momento il mio cervello se ne è
andato in tilt. Problemi in famiglia? Mai avuti in 25 anni di
matrimonio, e mai tra noi” (ANSA).
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