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Sony ha acquisito Haven Studios, la software house fondata l’anno scorso da Jade Raymond, dopo la chiusura del progetto editoriale di Stadia. Dopo l’acquisizione di Bungie, si tratta di un chiaro segno di dove la multinazionale giapponese voglia andare nei prossimi anni come editore di videogiochi: verso i live service. Naturalmente non è l’unica strada seguita, ma è sicuramente quella su cui sta investendo di più, almeno nell’ultimo periodo. La sensazione, comunque, è che la nuova strategia sia ancora molto giovane, perché di fatto è molto contraddittoria rispetto al marketing degli ultimi anni.
Quella di Haven Studios è un’acquisizione strana. Sony si è fatta vanto più volte di comprare solo studi che ha aiutato a crescere e con cui ha avuto collaborazioni di lunga data. Vedere ad esempio Bluepoint Games o Housemarque, tanto per citarne un paio. Le ultime due acquisizioni però contraddicono questa filosofia, più volte sbandierata dai dirigenti dell’azienda in contrapposizione a quella di altre compagnie. Se vogliamo era un po’ come dire: vedete, noi non acquisiamo software house a caso, ma solo quelle che ci garantiscono un certo livello qualitativo e con cui abbiamo lavorato bene nel corso degli anni. A dimostrarlo del resto non sono state solo le acquisizioni, ma anche le rotture, come quella con Supermassive rea, di non aver azzeccato un titolo dopo Until Dawn, o quella con Ready at Dawn causata dai risultati non proprio eccelsi di The Order: 1886, sia in termini di critica che di pubblico.
Ora però Sony prima acquisisce Bungie, compagnia nata in ambiente Apple e cresciuta sotto l’egida di Microsoft, tanto da avergli creato la sua proprietà intellettuale più iconica (Halo), dicendo che vuole andare oltre le console, e ora arriva l’acquisizione di Haven Studios che non ha ancora lanciato nulla sul mercato e che, quindi, ha tutto da dimostrare. Di nostro non vediamo nulla di male nel voler tentare la strada dei live service, che del resto sono stati la gallina dalle uova d’oro degli ultimi anni (quando azzeccati). Immaginiamo che ci sia stata grossa pressione sui dirigenti di Sony da parte degli azionisti e dei gruppi che hanno potere economico sull’azienda. Oltretutto non crediamo che Sony abbandonerà le grosse produzioni single player, soprattutto quelle dei suoi studi già affermati, come ha dimostrato con gli ultimi lanci (Horizon Forbidden West, Ratchet & Clank: Rift Apart o il futuro God of War: Ragnarok, per citare tre nomi).
Solo che appare chiaro che quella non è più l’unica direzione seguita dalla compagnia che, anzi, sembra sempre più spingere nella direzione opposta, andando alla ricerca di ogni possibile modo per recuperare terreno sulla concorrenza, fosse anche l’acquisizione di un team di sviluppo appena fondato di cui per ora è impossibile stabilire le capacità effettive, dato che non è stato mostrato niente del suo lavoro. Naturalmente Sony conoscerà cosa stanno facendo nelle segrete stanze di Haven, ma considerando che il suo primo progetto è in sviluppo da poco più di un anno, e che deve quindi ancora essere in una fase preliminare di lavorazione, e valutando anche il fatto che ormai i cicli di sviluppo dei tripla A hanno raggiunto i 4-5 anni, sembra più una scommessa che altro. Speriamo che sia una scommessa vincente.
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