Ven. Nov 22nd, 2024

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Apertura al nucleare e interventi ulteriori contro il caro-bollette. Questi i temi affrontati dal premier Mario Draghi al Question time alla Camera legato alla crisi Ucraina. Dopo aver ricordato l’esigenza di differenziare il mix energetico dell’Italia, per ridurre la dipendenza dal gas russo, il presidente del Consiglio ha toccato anche la questione del nucleare. «L’impegno tecnico ed economico — ha detto — è concentrato sulla fusione a confinamento magnetico, che attualmente è l’unica via possibile per realizzare reattori commerciali in grado di fornire energia elettrica in modo economico e sostenibile». Nel dettaglio la strategia europea per le energie a fusione «prevede l’entrata in funzione del primo prototipo di reattore a fusione nel 2025-2028». Una soluzione sviluppata dal Consorzio Eurofusion, che gestisce fondi Euratom pari a oltre 500 milioni di euro per il periodo tra il 2021 e il 2025.

Le rinnovabili

Rispetto alle rinnovabili Draghi ha ricordato che «dobbiamo superare» i problemi legati «ai procedimenti autorizzativi: se non lo facciamo non andiamo da nessuna parte». Anche perché le rinnovabili restano «l’unica strategia fondamentale nel lungo periodo». Per il premier il Paese deve investire allo stesso tempo sulla ricerca e aumentare la produzione di gas nazionale con l’obiettivo di raggiungere una quota di 5 mld di mc. «L’incremento arriverà sfruttando le concessioni esistenti per il periodo 2022-2031. I nuovi volumi saranno offerti alle industrie con una riserva di almeno un terzo alle piccole e medie imprese», ha aggiunto. Draghi si è poi concentrato sulla difesa dell’economia a seguito delle sanzioni alla Russia che impattano sul pil italiano. «Non abbiamo alcuna intenzione di derogare alla nostra politica delle sanzioni, che sono decise, condivise con tutti gli altri alleati. Allo stesso tempo dobbiamo fare di tutto per poterle rendere sostenibili al nostro interno».


La tutela di imprese e famiglie

L’obiettivo è tutelare il potere di acquisto delle famiglie e le imprese e ridurre gli effetti della crisi energetica. «Per quanto riguarda l’energia – ha ricordato il premier – ho fatto prima la cifra di circa 16 miliardi di euro, come intervento di sostegno, che è previsto duri fino al secondo trimestre di quest’anno. Abbiamo previsto l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese, e l’abbassamento dell’Iva al 5% per le utenze del gas». Il presidente del consiglio ha ricordato anche i sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate e il credito d’imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell’incremento del costo della fornitura di elettricità del primo trimestre 2022. Aggiunge Draghi: «Il governo ha messo in campo risorse imponenti per fronteggiare il caro bollette, questo non è sufficiente, però. Non è sufficiente. A noi paiono grandi numeri, in un altro contesto sarebbero stati visti come numeri impensabili, ma non è sufficiente. Chi ce lo dice? Le imprese, la gente. Ci dicono che non ce la fanno, quindi dobbiamo lavorare anche su altre cose».

Il presidente parla quindi di una politica di bilancio prudente «che non implichi nuove rilevanti misure permanenti di spesa corrente, ma che allo stesso tempo contenga tutti quegli interventi necessari a sostegno dell’economia ora, nell’emergenza». Draghi ha poi ricordato il confronto con la Commissione Europea per affrontare l’emergenza del prezzo dell’energia. «Ho toccato questo tema nel mio incontro di lunedì con la Presidente von der Leyen, e ne parlerò anche al Consiglio Europeo informale di domani», ha concluso.

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