Dom. Nov 24th, 2024

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di Maria Rosa Pavia

Il presidente della Repubblica afferma: «È una sconfitta per la società italiana che una mamma su cinque decida di lasciare il lavoro»

«Opporsi a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso». È la posizione espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della Festa della donna.

Le donne ucraine, vittime dell’invasione russa, sono stati uno dei focus del discorso tenuto dal capo dello Stato durante la celebrazione della Giornata internazionale della donna che si è tenuta nella mattinata dell’8 marzo nel salone dei Corazzieri del Quirinale. All’evento presentato da Matilda De Angelis dal tema «Giovani donne che progettano il futuro», ha portato la sua testimonianza anche Oksana Lyniv, direttrice d’orchestra ucraina del Teatro comunale di Bologna. Mattarella ha esordito proprio rivolgendosi alle donne del Paese martoriato dalla guerra: «Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda».

All’avvenimento ha presenziato anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che stamattina sul suo profilo Facebook ha scritto a proposito della ricorrenza: «Siamo fortemente impegnati per rendere Roma una città davvero a misura delle donne più inclusiva e più attenta ai loro bisogni e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

Il capo dello Stato ha continuato il suo discorso sottolineando:«La crescita del ruolo delle donne, della presenza femminile in tutti gli ambiti della vita politica, istituzionale, economica, sociale, è una condizione per lo sviluppo del nostro Paese». Ma ammette amaramente: «La condizione femminile in Italia è fatta di luci e ombre. E, in particolare, di un’esperienza lavorativa e umana positiva, ma gravata ancora da troppi impedimenti, pregiudizi, ostacoli. Impedimenti e ostacoli che abbiamo il dovere di individuare e rimuovere – insieme, uomini e donne – se vogliamo crescere dai punti di vista economico, culturale, sociale, da quello – non meno importante – della qualità della vita».

In particolare, riguardo alla situazione occupazionale, Mattarella ammonisce: «Non dobbiamo più consentire che nei colloqui di lavoro si chieda alla donna e soltanto ad essa: ‘Sei sposata? Hai figli? Hai in progetto di averne?’, collegando, come sappiamo, alla risposta positiva un handicap per l’assunzione. Non possiamo più accettare che le donne vivano nel timore di violenza. Siano esse sotto forma della brutale aggressione fisica -per strada, nei luoghi di lavoro e di svago, in famiglia- o siano sotto quelle, sovente larvate ma sempre gravi, di pressioni psicologiche e di veri e propri ricatti».

Il presidente della Repubblica cita alcune sconsolanti statistiche: «Scoprire che una mamma italiana su cinque, a due anni dalla nascita del figlio, decide di lasciare il lavoro è una sconfitta per tutta la società italiana, alle prese peraltro con un grave declino demografico». E propone alcune soluzioni: «Lo Stato, le istituzioni centrali e quelle delle autonomie devono impegnarsi su questo versante. In particolare, sviluppando una rete di welfare efficiente e capillare, capace di rimuovere il più possibile dalle spalle delle donne il peso per l’assistenza familiare, ai figli e agli anziani. E lavorando per rimuovere quegli ostacoli concreti che scoraggiano e tengono lontane le giovani donne dai percorsi di formazione. Perché formazione professionale, studio, specializzazione, aumento della cultura, sono una leva fondamentale per trovare occupazione e per uscire da una condizione di marginalità e di subalternità».

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8 marzo 2022 (modifica il 8 marzo 2022 | 18:25)

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