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Sembrava impensabile fino all’anno scorso, ma la Finlandia potrebbe presto entrare a far parte della Nato. È quanto ha rivelato il Segretario Generale per gli Affari Esteri, Matti Anttonen, in un incontro con la stampa all’ambasciata finlandese in occasione della sua visita a Roma nella giornata del 1° aprile. Nulla è deciso ma il fatto che si lavori a questa ipotesi è molto importante alla luce del cambio di opinione nella maggior parte della popolazione dopo l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina. La proposta verrà presentata in parlamento fra tre settimane e, presto, potrebbe anche interessare la Svezia. A quel punto, Putin potrebbe davvero esserne “risentito”, per usare un eufemismo.
I risvolti per Putin
Nel corso dell’incontro con i giornalisti, la Finlandia ha ribadito la sua neutralità ma si trova comunque in prima linea tuttavia per aiutare le popolazioni vittime di una guerra frutto, secondo le fonti diplomatiche, non di una decisione ma di calcoli sbagliati. Fonti diplomatiche di Helsinki affermano che, per la Russia, il conflitto sia “una catastrofe democratica pubblica“. Come ci siamo occupati su InsideOver, la mossa europea non è certamente campata in aria dal momento che la Finlandia potrebbe essere il prossimo obiettivo dello zar. Il Paese scandinavo condivide 1.340 chilometri di frontiera che ha condotto un numero imprecisato di russi, migliaia o forse di più, a trovare riparo.
Qual è l’identikit dei russi che sono fuggiti dal loro presidente? Da una parte persone di visioni e valori liberali, nel senso occidentale del termine, in fuga dalla stretta autocratica inaugurata dalla presidenza di Vladimir Putin allo scoppio del conflitto, dall’altra membri del ceto medio (e non solo) scappati dallo spettro del collasso economico della Federazione. A fare da sfondo, l’arrivo a Helsinki di migliaia di rifugiati ucraini. Ecco perché questa nazione si trova adesso tutti gli occhi puntati addosso. La Nato potrebbe “premiare” lo sforzo finlandese e una neutralità che, visti i fatti, è soltanto sulla carta ma di fatto è una nazione anti-putiniana.
Cosa potrebbe accadere
Non possiamo ancora sapere se, il passo di oggi, forse decisivo, potrà portare la Finlandia all’interno dell’Alleanza atlantica, non è da escludere che a tale percorso venga preferito un rafforzamento del partenariato strategico con la Svezia e un’integrazione informale nel blocco militare, ma una cosa è probabile: la nazione che fino a oggi si è trovata a ai margini della competizione tra grandi potenze, potrebbe diventare un importante teatro di confronto nel prossimo futuro alla luce dell’aggravarsi delle relazioni tra i due blocchi e della sua collocazione geostrategica. E il moto migratorio di febbraio e marzo, in questo contesto, potrebbe aver giocato un ruolo-chiave.
Un segnale simbolico
Come abbiamo scritto sul Giornale.it, potrà sembrare una banalità ma non la è: lunedì 28 marzo la Finlandia ha interrotto il servizio di trasporto pubblico ferroviario tra Helsinki e San Pietroburgo, arrivando così a chiudere uno degli ultimi collegamenti ancora percorribili tra i paesi dell’Unione europea e la Russia. I rappresentanti del servizio di trasporto hanno diffuso un comunicato ufficiale in cui hanno spiegato ai propri utenti che “durante queste settimane le persone che volevano partire dalla Russia hanno avuto a disposizione un tempo adeguato per farlo. Ora a causa delle sanzioni interromperemo per il momento il servizio“. L’interruzione di una tratta ferroviaria che durava da decenni ha rappresentato la certezza che, nei confronti di Putin, la Finlandia è tutt’altro che una nazione neutrale.
I rapporti Italia-Finlandia
Nella giornata di odierna, poi, il segretario generale della Farnesina, Ettore Francesco Sequi, ha incontrato il segretario di Stato permanente finlandese, l’ambasciatore Matti Anttonen, con cui ha avuto consultazioni sui principali temi bilaterali, europei e internazionali. I due ambasciatori hanno condannato l’aggressione russa manifestando grande preoccupazione per la situazione umanitaria in Ucraina e sottolineato l’importanza di una rapida soluzione negoziale tra Kiev e Mosca. Sequi e Anttonen hanno successivamente discusso le azioni comuni a sostegno della stabilità del Mediterraneo Orientale. In merito alla situazione in Libia hanno concordato sulla necessità di sostenere la mediazione dell’Onu. Come riporta l’agenzia Nova, Sequi ha espresso soddisfazione per l’eccellente stato dei rapporti tra Italia e Finlandia e per la convergenza tra i due Paesi nell’ambito dell’Unione europea.
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