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Il gruppo sciita degli Houthi ha colpito un deposito dell’Aramco (sponsor F1) mentre le macchine giravano in pista a meno di 20 km di distanza. Un’escalation di 7 droni armati e un missile. Verstappen: «Sento odore di bruciato, è la mia macchina?»
GEDDA Colonne di fumo nero si sono alzate sopra il cielo di Gedda dove è in corso il Gp di Formula 1 dell’Arabia Saudita. Paura e tensione nel paddock, ritardata la seconda sessione di prove libere. I piloti e i team principal si sono riuniti con Stefano Domenicali, il n. 1 di Liberty Media, ma ricevute rassicurazioni, le operazioni sono ricominciate e i piloti si sono rimessi a girare. Un’altra riunione con i piloti si terrà in serata. A provocare le fiamme sarebbe stato un attacco contro un deposito dell’Aramco, la compagnia petrolifera locale, sferrato dagli Houthi il gruppo sciita che controlla Sanaa, la capitale dello Yemen. Negli stessi momenti sulla pista sul Mar Rosso stavano girando le monoposto di F1, via radio Max Verstappen aveva avvisato i box: «Sento odore di bruciato, non so se viene dalla mia macchina o da un’altra parte».
L’impianto si trova a meno di 20 km dal tracciato, era già stato bersagliato domenica. Video amatoriali hanno mostrato le fiamme, le autorità saudite per ora non hanno diffuso informazioni sull’accaduto. Domenica scorsa la stessa raffineria dell’Aramco era stata già colpita. Secondo la coalizione anti-Houthi (guidata da Riad) nelle ultime ore sono stati intercettati 7 droni armati e un missile diretti contro le zone sud del Paese. L’escalation degli Houthi è stata condannata anche dalla Casa Bianca nei giorni scorsi, l’Arabia Saudita ha ricevuto dagli Usa batterie di missili Patriot. L’Aramco è sponsor della F1 e del team Aston Martin.
Il programma dei prossimi giorni per ora non è stato sospeso, la gara di Formula 2 si è svolta, così, come detto, la seconda sessione di prove libere dopo un ritardo. Un portavoce della F1 ha dichiarato di «essere in attesa di ricevere ulteriori informazioni dalle autorità saudite». La guerra in Yemen dura da sette anni e ha provocato centinaia di migliaia di vittime fra la popolazione civile.
(articolo in aggiornamento)
25 marzo 2022 (modifica il 25 marzo 2022 | 19:00)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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