La Polonia ha annunciato che trasferirà i suoi vecchi Mig 29 alla base americana di Ramstein in Germania. I velivoli verranno sostituiti da jet statunitensi e potrebbero essere “girati” all’Ucraina che potrebbe così rafforzare la sua difesa aerea. I piloti dell’aeronautica ucraina, infatti, sono addestrati a pilotare quel particolare tipo di jet. Il trasferimento degli aerei di fabbricazione russa avverrà “immediatamente e senza costi“. Quello che si augurano tutti gli attori in campo è che l’artificio della triangolazione esponga meno i polacchi al pericolo di ritrovarsi bersaglio di una qualche rappresaglia ravvicinata della Russia. O almeno offra loro il paravento della superpotenza americana. A raccontare la vicenda è il giornale Politico citando il ministero degli esteri di Varsavia. Resta da capire in che modo gli americani vogliono far arrivare i jet in Ucraina. E soprattutto come reagirebbe Mosca. Ma andiamo con ordine.
A mediare verso questa soluzione è stato apparentemente il premier britannico Boris Johnson. Protagonista nel pomeriggio di un vertice con i leader delle nazioni est-europee del gruppo di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e soprattutto Polonia) in prima linea sulla trincea del confine orientale dell’Alleanza Atlantica con Mosca. Leader convocati in fretta e furia alla Lancaster House londinese, alla ricerca di una quadra con la strategia d’incremento del sostegno “difensivo” all’Ucraina evocata in simbiosi negli ultimi giorni dall’amministrazione democratica di Joe Biden e dal governo Johnson. Il risultato del vertice – affidato paradossalmente all’uomo della Brexit, in nome della ritrovata special relationship fra Washington e Londra, pur coinvolgendo quattro Paesi dell’Ue – non si è limitato alle dichiarazioni ufficiali attraverso cui i quattro ospiti (il polacco Mateusz Morawiecki, l’ungherese Viktor Orban, il ceco Petr Fiala, lo slovacco Eduard Heger) hanno concordato sulla necessità d’intensificare ulteriormente la pressione delle sanzioni sulla Russia in risposta alle “barbare azioni” imputate allo zar del Cremlino. Poiché poco dopo è rimbalzato l’annuncio del via libera di Varsavia al trasferimento “immediato e senza costi” dei suoi Mig-29 ad una base americana in Germania, come ha annunciato il ministero degli Esteri polacco: secondo una mossa che pare preludere alla successiva consegna dei (non nuovissimi) jet a Kiev.
Finora la Russia non è riuscita a prendere il controllo dei cieli ucraini, ma il Cremlino ha forze aeree soverchianti che, se fossero mobilitate pienamente, potrebbero decimare l’aviazione ucraina. Il ministero della Difesa russo, che rivendica di aver distrutto “praticamente tutte le forze aeree” di Kiev, ha già avvisato che qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini sarà coinvolto nel conflitto: “Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l’uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato“.
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