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Se la Cina non rispetta le sanzioni imposte dagli Stati Uniti “pagherà un prezzo alto“. Se gli Usa danneggiano ” i nostri diritti e gli interessi legittimi”, daremo “una risposta risoluta e decisa“. Il nuovo fronte della guerra scatenata da Vladimir Putin con l’invasione dell’Ucraina è la tensione crescente tra Washington e Pechino. L’escalation è cominciata questa settimana, dopo che Joe Biden ha sanzionato Mosca bloccando le importazioni di petrolio e gas dalla Russia. Il New York Times ha accusato il governo cinese di essere a conoscenza dei piani russi contro Kiev e il portavoce del ministero degli Esteri ha replicato: “Sono state le azioni della Nato guidata dagli Stati Uniti che hanno gradualmente spinto fino al conflitto“.
Lo scontro, per ora solamente dialettico, si concentra però soprattutto sulle sanzioni. Gli Stati Uniti, nello specifico, temono che le compagnie cinesi forniscano a Mosca apparecchiature e software americani di cui hanno bisogno per realizzare i loro prodotti. L’amministrazione Biden quindi minaccia di “chiudere” la Smic, il colosso cinese dei microchip, o qualsiasi società del Dragone che sfida le sanzioni Usa nel caso di fornitura di microprocessori e altre tecnologie avanzate a Mosca. La segretaria al Commercio di Washington, Gina Raimondo, ha ribadito prima in un’intervista al New York Times e poi alla Cnn che “se la Cina, come ogni altro Paese, non rispetterà le sanzioni imposte dagli Stati Uniti sulle esportazioni verso la Russia pagherà un prezzo alto“.
Raimondo ha avvertito Pechino che l’amministrazione Biden è pronta “a impedire alla Cina di ottenere apparecchiature e software americani o europei necessari a produrre semiconduttori“. “Perseguiremo qualsiasi azienda, ovunque si trovi, in Cina o altrove, che violi le regole”, ha affermato. “Quindi ci aspettiamo che Pechino non violi le regole o ci saranno conseguenze“, ha detto la segretaria al Commercio. Parole a cui ha duramente replicato ancora Zhao Lijian, il portavoce del ministero degli Esteri: quando gestiscono le relazioni con la Russia, ha avvertito, “gli Stati Uniti non dovrebbero imporre le cosiddette sanzioni e la giurisdizione a lungo raggio su società e individui cinesi, e non dovrebbero danneggiare i diritti e gli interessi legittimi della Cina, altrimenti la Cina darà una risposta risoluta e decisa“. Una dimostrazione che la tensione tra Pechino e Washington sta arrivando a livelli di guardia.
Nel frattempo la stessa Cina però continua a proporsi come mediatore. Pechino “accoglie con favore tutti gli sforzi diplomatici dedicati alla pace tra Russia e Ucraina, inclusa la riunione in Turchia a tre dei ministri degli Esteri di Turchia, Russia e Ucraina”: ha detto sempre Zhao Lijian nel suo briefing quotidiano. “E’ una riunione a livello di ministri degli Esteri, la più alta di livello finora tra Russia e Ucraina durante il conflitto. Ci auguriamo che tutte le parti interessate possano trovarsi a metà strada, partecipare a seri negoziati e compiere sforzi positivi per risolvere pacificamente la crisi nel principio del rispetto reciproco”, ha concluso Zhao.
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