[ad_1]
Silvio contro Vladimir. Non era mai accaduto né prima della guerra né durante il primo mese di guerra che Berlusconi criticasse ufficialmente il suo amico Putin. Adesso invece, per la prima volta, il leader di Forza Italia, le cui figlie chiamavano il presidente russo “Zio Vlad” – a riprova di una intimità anche familiare tra il Cavaliere e lo zar – prende nettamente le distanze dal suo storico sodale di Mosca: «Di fronte alla crisi ucraina – dichiara Berlusconi – abbiamo un duplice dovere: lavorare per la pace e fare la nostra parte con la Nato, l’Occidente e l’Europa per porre fine a un’aggressione militare davvero inaccettabile».
Dopo la pausa “matrimoniale” e qualche imbrazzo per i vecchi trascorsi con Putin, Berlusconi rompe insomma il silenzio sulla guerra in Ucraina per schierare senza se e senza ma Forza Italia e il centrodestra a sostegno del governo: «Il centrodestra – scandisce nel suo saluto al Congresso a Roma, da cui sta nascendo il nuovo soggetto politico voluto dalla Dc di Gianfranco Rotondi e alcuni movimenti ambientalisti – è la nostra casa naturale. Insieme oggi sosteniamo il governo Draghi, che noi abbiamo voluto e che deve durare fino alla fine della legislatura, per completare il buon lavoro fatto finora e per fronteggiare i disastrosi effetti della crisi ucraina sul mercato dell’energia e delle materie prime».
Il putiniano Berlusconi deluso da zio Vlad
E pensare che Berlusconi è sempre stato talmente putiniano – «Troppo amico di Putin»: così viene descritto nei report della diplomazia americana – che per tre anni l’Ucraina gli vietó l’ingresso in quel Paese. Diverse volte, in sfoghi privati, nelle scorse settimane Berlusconi si è detto “sorpreso” ma anche “deluso” per l’iniziativa militare del suo amico Vladimir. «L’ho sempre conosciuto come un uomo di pace e una persona molto ragionevole»: con queste parole il Cavaliere descriveva il presidente amico da cui si sentito tradito.
Chi è a stretto contatto con lui dice che Silvio e Vlad in questo mese tremendo non hanno parlato al telefono se non brevemente. A riprova della distanza che si è creata tra i due. Che peró è rimarginabile – assicurano da parte berlusconiana – se Putin dopo tutti gli errori compiuti in questa circostanza trova il modo per uscire fa una “guerra ingiusta”. Tra gli Stati Uniti, la Ue, l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra, il Cavaliere è nettamente schierato con il primo fronte.
E questa scelta, ora esplicita e ufficiale ma di fatto già ampiamente assunta, diventa fondamentale in chiave di politica interna e per quanto riguarda il centrodestra anche in vista delle elezioni comunali di giugno. Anzitutto schiera Berlusconi con assoluta chiarezza sulla linea di Draghi che è quella dell’aiuto anche militare all’Ucraina. C’è poi un aspetto tutto interno alla coalizione che ha una sua importanza. Ovvero: le parole di Silvio lo mettono in sintonia con la scelta anti russa di Giorgia Meloni e stabiliscono un asse rigorosamente atlantista nel centrodestra. Salvini, che mai ha nominato finora la parola Putin e ha sempre predicato un pacifismo ecumenico senza criticare esplicitamente la Russia, nella sua coalizione si trova a questo punto su una linea diversa da quella degli altri due partner di centrodestra. Ma data la sintonia e amicizia personale tra Silvio e Matteo – unico politico invitato al quasi matrimonio del Cavaliere è per un motivo di “affetto vero neo suoi confronti” – le parole di critica alla Russia da parte di Berlusconi probabilmente spingeranno Salvini a prendere a sua volta più coraggio per uscire dall’ambiguità dell’invocare la pace senza specificare chi è l’aggressore e stigmatizzare l’aggressione.
In vista delle elezioni comunali del 12 giugno, il centrodestra che sui candidati è ancora per lo più diviso – specie tra Lega e Fdi – vuole cercare sul tema Ucraina una posizione compatta e univoca che può servire, ma ovviamente non basta, per dare prova agli occhi degli elettori che nella materia cruciale in discussione adesso, la pace e la guerra appunto, non esistono distinguo tra i tre partiti dell’alleanza. E questo proprio mentre invece, sul fronte opposto, tra Pd e M5S, la guerra ha creato una lacerazione esplosiva nei rapporti tra Letta e Conte. Mai come a queste comunali il centrosinistra arriva spaccato, causa vicenda ucraina, e il centrodestra pure non ci arriva in grande concordia ma certamente Berlusconi e Meloni, più Salvini che sarà costretto a mettersi a rimorchio degli altri due, sul piano internazionale possono avere meno contraddizioni rispetto ai rossogialli. Una condizione di vantaggio che cercheranno di non sprecare anche se i rapporti tra Salvini e Meloni sono ai minimi termini. Ma Berlusconi si sente nuovamente in salute è convinto che grazie a lui la coalizione possa tenere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[ad_2]
Source link