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C’è la svolta nel caso del cadavere di donna fatto a pezzi e ritrovato la scorsa settimana in una scarpata a Paline di Borno in più sacchi della spazzatura. Si è arrivati a un nome grazie ai tatuaggi. Secondo i quotidiani di oggi, tutto porta a una nota pornodiva, scomparsa da settimane: il suo nome d’arte è Charlotte Angie. E’ la pista principale. La giovane donna, 26 anni, italo olandese, ex commessa diplomata in fashion design, era attesa venti giorni fa come ospite a un festival del settore a Milano. Non si presentò. Era molto conosciuta sui social per i suoi video estremi, amatoriali e professionali. Il volto è stato sfigurato dal fuoco, forse proprio per impedirne il riconoscimento. Dopo che gli inquirenti avevano reso noti i dettagli dei vari tatuaggi trovati sul cadavere, alla ricerca di informazioni utili per il riconoscimento, sono arrivate varie segnalazioni. I segni distintivi erano infatti rimasti impressi ai tanti fan di Charlotte.
Cadavere Borno: la pista che porta a Charlotte Angie
Gli esami eseguiti sui resti avevano già stabilito l’età della vittima, presumibilmente compresa tra i trenta e i cinquant’anni, e l’altezza, che si aggira attorno al metro e sessanta. La certezza è che il cadavere sia stato sezionato con tagli netti: un’accetta, o una sega elettrica. I resti sono poi stati conservati a lungo, per giorni, in una cella frigorifera, perché c’erano evidenti segni di disgelamento. Perché sono stati gettati poi in quel luogo isolato tra la Valcamonica e la Val di Scalve, una specie di discarica a cielo aperto? L’ipotesi è che si tratti di un omicidio maturato nella cerchia di conoscenze o frequentazioni della vittima. Il killer avrebbe fatto di tutto per evitare che il corpo venisse identificato: il tentativo di bruciare il volto non lascia dubbi. Proseguono interrogatori e accertamenti tecnici. Il primo obiettivo è risalire alla data della scomparsa e ai suoi ultimi contatti telefonici.
Chi era Charlotte Angie, da commessa ad attrice porno
Ora le indagini, coordinate dalla pm Lorena Ghibaudo della Procura di Brescia, hanno un elemento fondamentale – una vittima – per cercare di trovare il killer o i killer della donna. I militari di Breno, guidati da Filiberto Rosano, procedono per omicidio e occultamento di cadavere. Di Charlotte non si avevano tracce da inizio mese.
Il luogo del ritrovamento del corpo. Foto Ansa
Chi era Charlotte Angie
Charlotte Angie aveva 26 anni era per metà italiana e per metà olandese. Viveva in Italia ma da quando si era affacciata nel mondo della pornografia aveva iniziato a girare anche all’estero. Come ebbe modo di confermare in diverse interviste, tutto era iniziato in modo casalingo durante la pandemia del covid 19: caricava i suoi video su Onlyfans e poi è arrivata la notorietà, e quindi il mondo professionistico.
Prima di guadagnare con i contenuti hard, faceva la commessa ma con i continui lockdown si era dovuta arrangiare e trovare una nuova strada. Oltre ai porno, la 26enne si esibiva anche dal vivo: al Luxy Club Milano avrebbe dovuto tenere il suo ultimo spettacolo, durante il Luxy Erotik Festival 2, da venerdì 11 a domenica 13 marzo, ma Charlotte Angie non si è presentata.
La lista di tatuaggi di Charlotte Angie
La lista diffusa dai carabinieri comprendeva i i seguenti tatuaggi:
- “step by step” sulla caviglia destra;
- “wanderlust” sulla clavicola destra;
- “elegance is the” sulla schiena lato destro;
- porzione di disegno sul gomito sinistro;“be brave” sul gomito sinistro;
- “fly” sul polso destro;
- “V” rovesciata sulla coscia destra;
- “VV” rovesciate sulla coscia sinistra;
- “te” sul dorso della mano sinistra;
- tracce di tatuaggi sulle dita della mano destra;
- disegno maculato sul gluteo destro.
“Si diffondono le presenti informazioni affinché i possibili conoscenti della donna nonché i professionisti del settore (tatuatori ed estetiste) possano fornire informazioni utili all’identificazione”, scrivevano i carabinieri. La svolta nelle indagini è arrivata nel giro di pochi giorni, proprio grazie ai tatuaggi.
Donna uccisa e fatta a pezzi: un volto e un nome grazie ai tatuaggi
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