Mar. Apr 8th, 2025

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Un tumore con metastasi regredito a seguito della vaccinazione contro il Covid-19. È quanto accaduto a una donna 61enne negli Stati Uniti e secondo quanto riportato da un gruppo di ricercatori dell’MD Anderson Cancer Center di Houston in uno studio pubblicato sul “Journal for Immunotherapy of Cancer”.

Secondo gli studiosi, la donna era stata colpita da un tumore delle ghiandole salivari, e dopo l’intervento di asportazione e la radioterapia aveva evidenziato nelle Tac la presenza di metastasi polmonare, elemento che faceva ipotizzare un irreversibile decorso della malattia.

La massa del nodulo polmonare era raddoppiata in sei mesi passando da 1,4 a 3 centimetri, al punto che i medici hanno valutato di optare per una sperimentazione clinica. Prima di iniziarla, però, la paziente è stata sottoposta alle due dosi di vaccino anti-Covid Moderna per proteggerla dai rischi della pandemia vista la sua condizione di immunodepressa. E qui l’inaspettata evoluzione: dopo il vaccino, le Tac hanno dimostrato una progressiva riduzione delle lesioni e un cambiamento nella composizione del tessuto tumorale arricchitosi al suo interno di cellule del sistema immunitario (linfociti B, linfociti T, cellule dendritiche e natural killer).

Secondo i medici, “l’intensa risposta infiammatoria stimolata dal vaccino potrebbe aver promosso una risposta antitumorale”.

Gli esperti guidati da Renata Ferrarotto, direttore del dipartimento di oncologia dei tumori della testa e del collo dell’MD Anderson Cancer Center, hanno evidenziato anche la “notevole riduzione del numero assoluto di cellule tumorali e della frazione di esse che proliferavano in maniera attiva”.

La chiave di quanto avvenuto potrebbero essere i linfociti T, un tipo di globuli bianchi coinvolti nella difesa dal Covid e nell’immunoterapia contro i tumori. L’aumento di questo tipo di cellule dopo la vaccinazione – e prima della riduzione del tumore – è un segno della risposta del corpo alla vaccinazione e allo stesso tempo potrebbe essere una spiegazione di quanto osservato nella riduzione della malattia oncologica.

Nel caso della paziente, il vaccino mRna potrebbe, dunque, aver risvegliato il sistema immunitario che ha individuato le metastasi ai polmoni e le ha combattute, come dimostrerebbe la presenza di linfociti e altre cellule immunitarie nelle metastasi.

Il concetto è anche quello che sta alla base dell’immunoterapia, l’ultima frontiera nella lotta ai tumori che ha ottenuto il Nobel per la Medicina nel 2018. Già applicata in alcune forme di tumori della pelle (melanoma e carcinoma squamocellulare), del polmone, del rene, del colon, della vescica, ha l’obiettivo di stimolare il sistema immunitario a reagire contro le malattie oncologiche.

(Unioneonline/v.l.)

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