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Incendio alla villa del presentatore russo Vladimir Solovyev, sostenitore di Putin, a Loveno, una frazione di Menaggio sul Lago di Como, già sequestrata dal governo italiano nell’ambito delle sanzioni economiche agli oligarchi. Secondo i primi accertamenti si tratterebbe di un atto doloso. Per appiccare il fuoco sarebbero stati utilizzati penumatici. «A dare l’allarme intorno alle 6,30 – racconta all’Adnkronos il sindaco del Comune, Michele Spaggiari – è stato un residente, che ha visto le fiamme». A bruciare erano alcuni pneumatici e il rogo è stato immediatamente spento dai Vigili del fuoco, intervenuti insieme ai carabinieri. Nessuno è rimasto ferito nell’incendio, che ha causato pochi danni.
Or as Vladimir Solovyev, one of Russia’s popular propagandists, shouted in the video: “Any negotiations with the Nazis – until your boots are on their neck – shows weakness!” The example captures many things. Let’s unpack this a bit. https://t.co/X35TOLJw6f
— Yevgeniy Golovchenko (@Golovchenko_Yev) April 6, 2022
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I carabinieri stanno vagliando i filmati delle telecamere.
COSA E’ SUCCESSO – Sarebbe stato solo un atto dimostrativo che ha provocato danni limitati quello nei confronti della villa: il fuoco è stato infatti appiccato soltanto ad alcuni copertoni all’esterno dell’edificio in ristrutturazione nella parte alta del paese, panoramica sul lago. Il fuoco è stato notato da alcuni passanti che hanno avvisato i vigili del fuoco ed i carabinieri: le fiamme sono state subito spente. Sono subito partiti gli accertamenti per risalire agli autori. Vladimir Solovyev, 58 anni, anchorman russo molto vicino a Putin, risulta proprietario di tre immobili sul lago di Como sottoposti a sequestro. Provvedimento del quale Solovyev stesso si era pubblicamente lamentato in una trasmissione televisiva.
«NON È STATO QUALCUNO DI QUI» – «La casa è in ristrutturazione: le pareti non sono nemmeno intonacate, non ci sono impianti, né mobili. All’interno poi è tutto cemento. Quindi una volta spenti gli pneumatici, l’incendio si è esaurito, perché non c’era nulla che potesse bruciare», spiega il sindaco Spaggiari, convinto che si sia trattato di un atto di protesta fatto da qualcuno venuto da fuori Menaggio.
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