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Domenica il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato in videoconferenza con alcuni giornalisti indipendenti russi, dicendo che l’Ucraina è «pronta ad accettare» le «garanzie di sicurezza, la neutralità e l’assenza del nucleare» come condizioni per firmare un accordo. Oggi inizierà un nuovo giro di negoziati, che stavolta si terranno in Turchia, paese membro della NATO e con buoni rapporti sia con l’Ucraina che con la Russia. In queste settimane il presidente turco Recep Tayyp Erdoğan ha cercato di mantenere una posizione intermedia tra le parti, ritagliandosi il ruolo di mediatore.
Le parti tuttavia sono ancora lontane dal raggiungere un accordo, e sembra che l’esercito russo si stia riorganizzando. Nel fine settimana ha ritirato alcune truppe dal nord dell’Ucraina spostandole in Bielorussia, anche se ha continuato a bombardare Chernihiv, Kharkiv e anche Leopoli, la città ucraina occidentale meno attaccata dalla Russia fin qui. Pare che ora l’obiettivo principale della Russia sia conquistare Mariupol, la città più grande del Donbass che è ancora sotto il controllo ucraino. Nell’intervista con i giornalisti russi, Zelensky ha detto che le forze russe sono ormai dentro la città, e che parla due volte al giorno con i soldati ucraini rimasti a Mariupol: «Gli ho detto “se pensate di dover abbandonare la città, che sia giusto e che possa salvarvi, allora fatelo. Lo posso capire”».
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