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Dalla sconfitta di fine novembre con l’Atalanta che pareva allontanarla irrimediabilmente dall’Europa che conta, Allegri non ha solo superato di slancio la Dea ma ha fatto meglio di chiunque in A. Contando sul calendario e sulle sicurezze costruite per andare avanti, fino alla fine
La legge dei grandi numeri è una brutta bestia, ma la striscia di 15 risultati utili consecutivi in campionato, di cui 10 successi, con cui la Juventus arriva al ritorno degli ottavi di Champions League col Villarreal sembra raccontare le certezze che la Signora ha saputo costruirsi da novembre a oggi, rispetto agli smarrimenti “da nuovo ciclo” di inizio stagione. A nove giornate dalla fine la classifica è diversa da quella sperata in estate, ma nelle secche in cui si era andati a incagliarsi in autunno chiunque avrebbe firmato per un recupero del genere.
SCASSA QUINDICI
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L’ultima sconfitta in campionato della Juventus è del 27 novembre, 0-1 in casa contro l’Atalanta in una partita neanche giocata male, una delle più propositive nonostante gli zero gol. Da allora la Juve ha battuto Salernitana, Genoa, Bologna, Cagliari, Roma, Udinese, Verona, Empoli, Spezia e Sampdoria e ha pareggiato con Venezia, Napoli, Milan, Atalanta e Torino, mancando il successo praticamente solo nei big match (derby compreso) con l’unica eccezione della trasferta in Laguna.
CLASSIFICA PARZIALE
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In una classifica che escluda i primi quattro disgraziati turni (due punti in tutto) la Juve resta prima. Ma è in particolare nelle ultime 15 partite che ha avuto un passo visibilmente superiore alle altre: 35 punti da quando ha iniziato questa striscia (2,33 di media), davanti ai 31 del Milan (2,07), ai 27 con due partite in meno dell’Inter (2,08), poi i 25 della Lazio e i 22 del Napoli. Il massimo stagionale nella distanza dalla vetta non è stato quel giorno con l’Atalanta, -14 dal Napoli capolista, ma qualche settimana prima, a -16 dai partenopei e dal Milan dopo la doppia sconfitta con Sassuolo e Verona. Il punto più basso segnato dalla sconfitta con la Dea è stato invece quello nella corsa Champions: erano 7 i punti di distanza dal quarto posto dopo la sconfitta nello scontro diretto.
GUARDARE IN ALTO
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Oggi non solo è la Juve a essere quarta, ma ha 9 punti di vantaggio sull’Atalanta quinta. Le due partite che i bergamaschi devono recuperare dicono che la corsa resta aperta, ma anche che ora è la Signora a essere artefice del proprio destino e non deve dipendere dai risultati degli altri. Continuano a servire scivoloni altrui per provare ad alzare il mirino. Magari sul Napoli, che è a +1 in attesa della partita col Verona. O chissà sull’Inter, a +2 e con due partite giocate in meno (questa col Toro e il recupero col Bologna), ma c’è anche lo scontro diretto di mezzo per sognare il riavvicinamento. Dopo la Salernitana e la sfida ai tricolori, la Juve è attesa da Cagliari, Bologna, Sassuolo, Venezia, Genoa, per chiudere poi la stagione con Lazio e Fiorentina. Meno nove, guardando a chi c’è davanti.
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