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Giacomo Simoncini, uno dei due capi di stato della Repubblica di San Marino – chiamati Capitani Reggenti – è stato accusato di molestie sessuali da una segretaria del palazzo di governo. Simoncini ha 27 anni ed è il più giovane capo di stato al mondo in carica: le accuse nei suoi confronti arrivano a pochi giorni dalla conclusione del suo mandato da Capitano Reggente, che dura sei mesi, e hanno provocato un grosso scandalo nella piccola Repubblica al confine tra Emilia-Romagna e Marche.
La notizia delle presunte molestie è stata pubblicata lunedì dal quotidiano sammarinese L’Informazione ed è stata poi ripresa da altri giornali locali. L’episodio risalirebbe a pochi giorni fa, ai primi di marzo, e sarebbe avvenuto nel Palazzo Pubblico, ovvero il palazzo del governo, sede dei principali organi istituzionali di San Marino.
La segretaria, di cui non è stato diffuso il nome, sostiene che Simoncini l’abbia chiamata nel proprio ufficio con la scusa di aiutarlo a sistemare una cerniera lampo difettosa, e in seguito le avrebbe mostrato i genitali. La donna sarebbe poi scappata dall’ufficio piangendo e si sarebbe rivolta ai propri avvocati. Sono stati subito informati il Tribunale Unico – l’organo a capo della giurisdizione ordinaria di San Marino – e altre autorità, tra cui l’altro Capitano Reggente.
Simoncini, che è laureato in Farmacia all’università di Bologna ed è stato eletto con la lista di centrosinistra “Noi per la Repubblica”, è Capitano Reggente dallo scorso primo ottobre insieme a Francesco Mussoni, che ha 50 anni ed è al suo secondo mandato (la legge di San Marino prevede che sia possibile essere eletti più volte, ma non bisogna aver ricoperto l’incarico nei tre anni precedenti).
Per la legge sammarinese i Capitani Reggenti sono sempre due e svolgono insieme le funzioni di capo di stato e di governo di San Marino, che ha circa 34mila abitanti. Vengono eletti dal Consiglio Grande e Generale, ovvero il parlamento della Repubblica, e restano in carica per un semestre. Rappresentano la massima carica istituzionale del paese, sono nominati ogni primo aprile e primo ottobre e hanno diritto al titolo di “Sua Eccellenza”.
La legge costituzionale di San Marino prevede che i Capitani Reggenti non possano essere denunciati, se non nei 15 giorni finali del loro mandato (che in questo caso scade il 31 marzo). Ma secondo le informazioni ottenute da ANSA, la segretaria che ha accusato Simoncini avrebbe detto in via ufficiosa alla magistratura sammarinese che presenterà una denuncia dopo il prossimo primo aprile, cioè dopo la conclusione del mandato degli attuali Capitani Reggenti, «per evitare imbarazzi alla più alta carica istituzionale della Repubblica di San Marino». Così facendo Simoncini verrebbe giudicato solo dalla magistratura ordinaria di San Marino per l’eventuale reato, e non dal tribunale speciale conosciuto come Sindacato della Reggenza per le responsabilità istituzionali.
Al momento Simoncini non ha potuto difendersi dalle accuse. Come ha osservato il Congresso di Stato, ovvero l’organo esecutivo di San Marino, in questi casi le norme istituzionali impongono infatti ai Capitani Reggenti «il vincolo del silenzio […], che vieta ai Capi di Stato di esprimere opinioni e rilasciare dichiarazioni di qualunque natura durante il loro mandato». Il Congresso di Stato, citato dal Giornale di San Marino, ha detto che in ogni caso saranno svolti tutti gli accertamenti necessari per chiarire ogni «eventuale responsabilità […] nelle sedi opportune e modi dovuti».
Come comprensibile per un paese piccolo come San Marino, le accuse contro Simoncini hanno provocato un certo scandalo, anche perché arrivano peraltro pochi giorni dopo la notizia di una lite e di presunte violenze compiute da un altro politico sammarinese nei confronti della propria fidanzata.
Tra le posizioni maggiormente critiche nei confronti di Simoncini c’è quella del gruppo femminista dell’Unione donne sammarinesi (Uds), che tra l’altro negli ultimi tempi si era mobilitato fortemente per sostenere il referendum per rendere legale l’aborto, passato poi con larga maggioranza lo scorso settembre. In un comunicato pubblicato sul suo sito, l’Uds dice che «dopo decenni di lotte femministe per la parità di genere e dopo molteplici attività di sensibilizzazione contro la violenza di genere», le accuse di molestie sessuali nei confronti di Simoncini sono «abusi di potere» e «azioni aberranti che testimoniano la completa mancanza di rispetto per il corpo e la persona della donna».
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