Mar. Ott 22nd, 2024

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La portavoce di Biden Jen Psaki: Mosca pronta a usare armi chimiche o ad accusare Kiev di averne a disposizione. L’attenzione di Biden e il viaggio della vice Harris nell’Est Europa

«Dovremmo tutti vigilare sul possibile uso di armi chimiche o biologiche da parte della Russia in Ucraina». Con questo tweet postato ieri sera, mercoledì 9 marzo, Jen Psaki, portavoce della Casa Bianca, ha suscitato un’altra onda di preoccupazione. I Psaki aveva appena concluso il briefing quotidiano senza fare alcun cenno a questi nuovi e allarmanti sviluppi. Nessun segnale neanche dal Dipartimento di Stato o dal Pentagono. Difficile, dunque, stabilire se la frase della portavoce sia una considerazione generale, senza riferimento a preparativi specifici.

Su «Twitter» la portavoce ha prima liquidato come «propaganda» e «teorie cospirative» le voci rilanciate dal Cremlino: gli Stati Uniti stanno aiutando gli ucraini a preparare armi micidiali in laboratorio. Poi ha osservato che le «false accuse» fanno parte di «un modello consolidato»: i russi starebbero cercando un pretesto per usare «armi non convenzionali», esattamente come ha fatto il regime di Assad in Siria, con l’appoggio di Mosca. Per tutta la serata siti e tv si sono interrogati sulle possibili conseguenze: che cosa farebbero gli Stati Uniti se davvero la Russia dovesse ricorrere a questi strumenti micidiali per piegare la resistenza ucraina?

Ma dal governo americano non sono arrivati altri commenti. Vedremo oggi. Certo, finora Joe Biden è sempre stato molto attento a restare un passo indietro rispetto alla guerra sul campo. Il presidente vuole assolutamente evitare il rischio di un’escalation che possa sfociare in uno scontro armato diretto con Mosca. Anche per questo, sempre ieri, il Pentagono ha definitivamente escluso la «triangolazione» di aerei tra Polonia, Stati Uniti e Ucraina. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva provato a rilanciare: «Noi siamo disponibili a fornire i nostri caccia, ma una decisione così grave deve essere presa all’unanimità dalla Nato».

Ma la sua proposta è stata respinta prima dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e poi dal Dipartimento della Difesa Usa. Toccherà alla vice presidente Kamala Harris riportare un po’ di ordine nell’Est Europa. Oggi , giovedì 10 marzo, incontrerà a Varsavia il presidente polacco Andrzej Duda, nonché il premier Morawiecki. Venerdì 11 la vice di Biden sarà invece a Bucarest, dove vedrà il presidente della Romania, Klaus Iohannis. Innanzitutto, Harris rassicurerà gli interlocutori. Gli Stati Uniti rafforzeranno le difese sul fianco Est della Nato. Il Pentagono ha appena spedito due batterie di missili Patriot proprio in Polonia e disposto l’invio di altri 500 soldati.

In totale ora ci sono circa centomila militari americani in Europa. E poi il sostegno militare all’Ucraina. Harris spiegherà che sono in arrivo altri missili anti-carro Javelin e razzi anti- aereo Stinger. Più fucili automatici e munizioni. Tutto ciò per il valore record di 6,5 miliardi di dollari. Altri 6,7 miliardi serviranno per fronteggiare l’emergenza umanitaria, assistendo sia i profughi sia gli ucraini rimasti intrappolati nelle loro città.

10 marzo 2022 (modifica il 10 marzo 2022 | 07:01)

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