Ven. Nov 22nd, 2024

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«Una guerra nucleare su larga scala causerebbe un inverno nucleare, con un calo medio delle temperature di circa 10°C in tutto il mondo, e potrebbe uccidere la maggior parte dell’umanità in 10 anni». È l’analisi degli scenziati Ira Helfand, Patricia Lewis e Andy Haines pubblicata su The Lancet lo scorso 4 marzo.

L’ipotesi di come potrebbe apparire il nostro pianeta a seguito di un conflitto atomico su ampia scala era stata formulata dagli scienziati già negli anni 70, durante i periodi di maggiore tensione della guerra fredda e oggi torna alla ribalta con i timori dell’utilizzo di armi atomiche per la tensione internazionale dovuta alla guerra in Ucraina. In un Ted Talk di qualche anno fa il Professor Brian Toon, specializzato in scienze dell’atmosfera e allievo di Carl Sagan ha descritto nei dettagli questo scenario e le sue conseguenze per il pianeta.

 

Cosa è l’inverno nucleare

Nella simulazione il Professor Toon ipotizza il caso di una guerra nucleare tra India e Pakistan, due nazioni dotate di ordigni nucleari, anche se non particolarmente potenti rispetto alla media. Secondo l’esperto uno scambio di lanci tra questi due paesi basterebbe a sollevare una nuvola di polvere in grado di coprire gran parte della superficie terrestre. Queste polveri, secondo lo scienziato, potrebbero salire nell’atmosfera a un altitudine così elevata da non poter ricadere sotto forma di precipitazioni, rimanendo dunque in sospensione per anni. 

In questo periodo le polveri ostacolerebbero la luce del sole, colpendo la sopravvivenza della maggior parte delle piante e dunque la produzione di cibo tramite l’agricoltura. Intanto anche la temperatura media della terra si abbasserebbe drasticamente, con cali oltre i 10°.

Questo semplice scenario simulato riguarda solo gli effetti climatici delle esplosioni e non tiene conto neanche delle conseguenze del materiale radioattivo che potrebbe inquinare l’acqua e il suolo dei luoghi in cui si verificano i bombardamenti. Avere un bunker antiatomico o trovarsi in un luogo lontano dunque non basterebbe a garantirsi la sopravvivenza. 

 

Perchè Hiroshima e Nagasaki non hanno causato un inverno nucleare

Le bombe atomiche scoppiate nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki, pur causando centinaia di migliaia di morti, contenevano piccole quantità di materiale radioattivo (qualche kg) e non generarono effetti sul lungo periodo: le due città ad oggi sono abitate e non si registrano percentuali anomale di tumori nella popolazione. Tuttavia oggi la situazione è diversa da quella del 1945: negli arsenali mondiali sono presenti migliaia di testate molto più potenti di quelle sganciate sul Giappone, in grado secondo gli esperti, di mettere a rischio la sopravvivenza della specie umana sul pianeta. Per questo motivo è utile ricordare la dichiarazione di Reagan-Gorbaciov per cui «Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta». 



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