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Giovedì l’esercito ucraino ha detto di avere distrutto una grande nave da sbarco russa nel porto di Berdyansk, città occupata dai russi che si affaccia sul mar d’Azov, nel sud dell’Ucraina. L’attacco non è ancora stato commentato dalla Russia, ma sembra esserci effettivamente stato: immagini e video ritenuti autentici mostrano una nave russa in fiamme nel porto di Berdyansk (potrebbe essere una delle due grandi navi da sbarco nel porto, o la Saratov o la Orsk), e anche le intelligence occidentali hanno detto che è probabile che le forze ucraine abbiano attaccato con successo «obiettivi di grande importanza», riferendosi alla nave.
Video of the Black Sea Fleet’s Saratov Project 1171 large landing ship on fire in the port of Berdyansk and two Project 775-class large landing ships departing port. At least one of the two is also on fire.https://t.co/5ogDVTpkC3 pic.twitter.com/s7hDcSKtwQ
— Rob Lee (@RALee85) March 24, 2022
La vice ministra della Difesa ucraina, Anna Malyar, ha detto che la nave colpita era in grado di contenere fino a 20 carri armati, 45 veicoli corazzati e 400 soldati (il video sotto, diffuso dai media russi pochi giorni fa, mostra uno sbarco di mezzi militari dalla Orsk). Per il momento non si hanno informazioni più precise sulle armi usate per compiere l’attacco e sull’entità dei danni.
Video of the Black Sea Fleet’s Orsk Project 1171 large landing ship offloading BTR-82A vehicles in Berdyansk. https://t.co/G2RaJM1DaL pic.twitter.com/S21wCfcIbO
— Rob Lee (@RALee85) March 21, 2022
Berdyansk era stata occupata dalle forze russe nella prima settimana di guerra. In questa parte dell’Ucraina, infatti, l’azione russa era stata fin da subito più efficace rispetto a quella del fronte nord, anche grazie alle truppe provenienti dalla Crimea e agli attacchi anfibi lanciati dalla fanteria di marina, che avevano permesso ai russi di prendere il controllo di parte della costa del mar Nero e del mar d’Azov.
Nelle settimane successive il porto di Berdyansk era diventato per la Russia un centro logistico importante, anche per la sua posizione: si trova infatti meno di 160 chilometri da Mariupol, la città più martoriata dai bombardamenti russi e diventata, sembra, il principale obiettivo militare della Russia nel breve periodo. È per questo che l’attacco ha attirato tante attenzioni: se dovesse essere confermato, sarebbe un altro duro colpo per la Russia, che dall’inizio dell’invasione sta facendo una gran fatica a garantire la sicurezza delle sue linee di rifornimento, ma che finora aveva avuto molti più problemi sul fronte nord, e molti meno su quello meridionale.
Le incertezze comunque sono ancora molte. Non è chiaro anzitutto quale nave sia stata colpita.
Inizialmente l’esercito ucraino aveva parlato della nave Orsk, poi i media locali si sono riferiti alla Saratov. Secondo il bollettino quotidiano dell’Institute for the Study of War, l’attacco ucraino potrebbe aver colpito la Orsk e seriamente danneggiato almeno un’altra nave russa attraccata al porto. Rispetto alle armi usate, Andrii Ryzhenko, ex capitano della marina ucraina che ora lavora per un centro studi di Kiev che ha stretti contatti con l’esercito ucraino, ha detto al Wall Street Journal che potrebbero essere stati impiegati uno o più missili balistici. Si è ipotizzato anche un uso di droni di produzione turca TB2, ma non c’è nulla di confermato.
Thick black smoke can be seen on satellite imagery over the port of Berdyansk this morning after a Ukrainian missile attack damaged at least 1 Russian landing ship. pic.twitter.com/hmp1spAO22
— Kyle Glen (@KyleJGlen) March 24, 2022
Negli ultimi giorni, sempre nella zona del mare di Azov, le forze ucraine avevano ucciso due importanti militari russi – il vice comandante Andrey Paliy e il colonnello Alexei Sharov – e avevano tentato delle controffensive via terra. Per il momento, comunque, la Russia continua a mantenere saldamente il controllo di questa parte dell’Ucraina.
– Leggi anche: Perché la guerra non sta andando come voleva la Russia
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