Ven. Nov 1st, 2024

[ad_1]

Il Movimento 5 Stelle “è un pilastro di questo governo” e non vuole la crisi, ma sul tema delle spese militari “non farà passi indietro”. Al Roma Scout Center Giuseppe Conte dà il via alla plenaria dei Comitati politici e tematici del M5S: una due giorni voluta dal leader pentastellato per “rinforzare lo spirito di gruppo” e “gettare le basi del programma” del Movimento: un’ottantina i partecipanti, tra parlamentari presenti e collegati da remoto. Tutto questo mentre sulla piattaforma SkyVote è in corso la votazione per confermare la leadership dell’ex premier, ‘congelata’ da un’ordinanza del Tribunale di Napoli (il risultato della consultazione è atteso per questa sera, dopo le 22,00).

A tenere banco, però, è ancora il tema dell’adeguamento delle spese per la Difesa al 2% del Pil: un impegno assunto dall’Italia con la Nato, come ricorda il ministro Pd della Difesa Lorenzo Guerini con una lettera a ‘La Stampa’, ma che per Conte non è prioritario. L’ex premier non sembra intenzionato a retrocedere: “Nessun passo indietro su questo punto, anzi sono convinto che sarà il governo a fare un passo avanti, a perseguire con noi la strada della ragionevolezza”. E a chi gli chiede se il M5S sia disposto a votare no al Def qualora il Documento di bilancio dovesse contenere un incremento delle spese per armamenti, l’ex inquilino di Palazzo Chigi risponde secco: “Non consentiremo questo”. La questione sarà al centro del colloquio di domani tra Conte e il premier Mario Draghi, al quale il capo politico grillino assicura fedeltà: “Non è il governo dei nostri sogni ma lo sosteniamo con responsabilità… In questo momento, con una pandemia energetica, riteniamo che ancor di più non si possa voltare le spalle agli italiani. Noi ci siamo”.

Sullo sfondo ci sono alcune spinose questioni interne, tutte ancora da dipanare. A partire dalle grane statutarie, con il concreto pericolo di finire in un pantano giudiziario per quanto riguarda la leadership. Il legale dei ricorrenti di Napoli, Lorenzo Borrè, è pronto a impugnare anche la nuova votazione indetta da Conte per confermare la delibera di agosto ‘sospesa’ dal Tribunale partenopeo. “Non possiamo rimanere ‘appesi’ ai cavilli giudiziari, molti dei nostri auspicano che Giuseppe fondi una sua forza politica”, sussurrano all’Adnkronos fonti pentastellate vicine all’inner circle contiano.

“Tantissimi attivisti chiedono di cambiare simbolo: alcuni sondaggi in nostro possesso, per esempio, accreditano una eventuale lista Conte in Sicilia al 20-22% in vista delle regionali di ottobre”. Al Nord la musica cambia però: “Sopra la Toscana è un disastro…”. “Ma il vero problema per le prossime amministrative – osservano le stesse fonti – è la mancanza di candidati. La gente non vuole più ‘spendersi’ per il Movimento perché vede questo simbolo troppo compromesso”. Da qui l’idea, ancora accarezzata da diversi fedelissimi del leader, di un partito di Conte.

Ma per ora l’ex premier punta a compattare il Movimento chiedendo unità ai suoi: “Non permetteremo più a nessuno che si parli male di noi, ma noi per primi dobbiamo volerci bene”, dice nel corso della plenaria a porte chiuse. “La politica è anche conflitto, confronto duro, l’importante è che tutti si tenda al bene comune, senza personalismi”. Spazio anche al tema della formazione, vecchio ‘pallino’ di Conte.

A quanto apprende l’Adnkronos, il giurista pugliese avrebbe individuato nella Sgf – ‘Serious game factory’ la società che curerà la scuola di formazione del M5S. La Sgf è stata costituita nel 2021 presso l’Università di Foggia, e si occupa di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di “serious game” ai fini educativi. “Saranno dieci incontri che si svilupperanno il giovedì alle 18. Le lezioni vedranno anche la partecipazione di relatori internazionali”, ha annunciato Conte.

(di Antonio Atte)



[ad_2]

Source link