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La sua auto era stata ritrovata vicino al villaggio di Guta, nella regione di Kiev. Lascia la moglie Inna Varenitsa, fotoreporter, e 4 figli, tutti minori
Maksym Levin, 41 anni, fotografo e documentarista, è stato visto per l’ultima volta il 13 marzo scorso, giusto un giorno dopo il secondo compleanno di Leo, uno dei suoi quattro figli. Aveva detto ad amici e colleghi che avrebbe fotografato i combattimenti nel distretto di Vyshgorod, nella regione di Kiev, occupato dai russi. Poco dopo, la sua auto è stata trovata vicino al villaggio di Guta, a circa 160 chilometri da Gorenka. Una zona coinvolta poi in intensi combattimenti. Poi più nulla fino a sabato 2 aprile. Quando il corpo di Max Levin è stato ritrovato senza vita.
La scomparsa del fotoreporter era stata segnalata dagli appelli di molti suoi colleghi giornalisti ucraini. Come Illia Ponomarenko , giornalista del «Kyiv Independent», che aveva twittato: «Il nostro buon amico, il talentuoso fotoreporter di guerra Maks Levin, è scomparso. Il 13 marzo ha trascorso un’altra giornata campale in una zona di combattimento fuori Kiev. Da allora, nessuno ha avuto contatti con lui. Se seguite questa guerra, avete sicuramente visto molte delle sue opere».
Our good friend, talented war photojournalist Maks Levin, has gone missing.
He had yet another field day in a combat zone outside Kyiv on March 13. Ever since then, no one has had any contact with him.
If you follow this war, you have definitely seen a lot of his works. pic.twitter.com/ILjrt6LofO— Illia Ponomarenko ?? (@IAPonomarenko) March 22, 2022
Levin era nato il 7 luglio 1981 nella regione di Kiev. Dall’età di 15 anni sognava di diventare un fotografo. Dopo gli studi in Ingegneria dei Sistemi Informatici al Politecnico di Kiev, aveva cominciato a lavorare come fotoreporter, fotografo documentarista e cameraman per molte pubblicazioni ucraine e internazionali. Tra le sue collaborazioni, quelle con Reuters, BBC, Associated PressLe sue foto sono state pubblicate da Wall Street Journal, TIME, Breaking news Poland, EU AGENDA, World news, The Moscow Time, ELLE, TV-24. La maggior parte dei suoi progetti di documentari erano legati al conflitto in Ucraina. «Ogni fotografo ucraino sogna di scattare una foto che fermerà
la guerra», aveva spiegato. Oltre al giornalismo, aveva realizzato decine di progetti fotografici e video per organizzazioni umanitarie, come OMS, ONU, UNICEF, OSCE, UN Woman. Lascia la moglie, la fotoreporter Inna Varenitsa e gli anziani genitori
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2 aprile 2022 (modifica il 2 aprile 2022 | 14:55)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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