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© Reuters
Investing.com – La Banca Centrale Europea comunicherà alle 13 45 CET l’ultima decisione di politica monetaria, mentre nella tradizionale conferenza stampa delle 14 30 CET la presidente Christine Lagarde renderà note le nuove proiezioni economiche della banca con possibili indicazioni circa il percorso futuro della banca.
Le aspettative sul meeting dell’Eurotower sono decisamente cambiate ultime due settimane. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, la banca centrale era sulla strada per iniziare il percorso di normalizzazione monetaria con il mercato monetario che era arrivato a prezzare due aumenti dei tassi nel corso di quest’anno.
Ma l’incertezza attuale sul contesto economico ha complicato ulteriormente la situazione per i banchieri centrali del Governing Council della BCE, ancora più divisi tra chi è convinto delle necessità di un cambio di paradigma sugli stimoli e chi invece preferisce attendere l’evoluzione del conflitto in Ucraina sull’economia europea.
“Fino a due settimane ci appariva estremamente probabile che il Consiglio Direttivo potesse rivedere il posizionamento ultra-accomodante dell’istituto centrale per fronteggiare le crescenti pressioni inflazionistiche. Ora le nostre attese sono fissate su una conferma delle strategie monetarie in essere (tassi di interesse e piani di acquisto di asset invariati)”, scrive in una nota scrive in una nota Filippo Diodovich Senior Market Strategist, IG Italia.
Secondo l’esperto, nel primo meeting in tempi di guerra nel Vecchio Continente la Bce non potrà permettersi di cambiare politica monetaria, mettendo a rischio la stabilità finanziaria dell’area euro, non conoscendo ancora gli effetti negativi della guerra in Ucraina sulla crescita economica.
“Sicuramente il governatore della BCE, Christine Largarde, confermerà la possibilità di intervenire per modificare le strategie monetarie in caso di necessità. Nel dilemma tra stabilità finanziaria e pressioni inflazionistiche crediamo che i banchieri centrali europei sceglieranno la prima opzione mantenendo un ampio spazio per poter intervenire in seguito”, ha affermato Diodovich.
La via per una normalizzazione della politica monetaria, quindi, sarà “ancora molto lunga”. Ma la divergenza di politica tra la BCE e quella delle altre banche centrali (BoE e Federal Reserve) sarà sempre “più ampia” e porterà delle conseguenze “soprattutto sul mercato valutario con un probabile deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro”.
Leggermente diversa l’opinione degli analisti di Global, secondo i quali la politica fiscale si sta adoperando per mitigare lo shock dell’aumento dei prezzi dell’energia e “la BCE non ha quindi motivo di allontanarsi dal processo di normalizzazione della propria politica monetaria iniziato a dicembre”. “Al contrario, un’ulteriore normalizzazione della politica monetaria potrebbe aiutare l’euro a riapprezzarsi, attutendo l’impatto inflazionistico dell’energia importata”, scrivono in un report.
Detto questo, S&P sottolinea come la flessibilità e le decisioni equilibrate saranno “cruciali” per mantenere buone condizioni di finanziamento. “Gli acquisti netti di obbligazioni nell’ambito del PEPP potrebbero essere sospesi il mese prossimo come previsto e potrebbe essere comunicato un programma per la fine degli acquisti netti nell’ambito dell’APP”.
Guardando la politica dei tassi, poiché le pressioni del mercato del lavoro sull’inflazione di base si mantengono contenute, la BCE non ha ancora fretta di alzare i tassi, per cui “non ci aspettiamo il primo rialzo dei tassi prima di dicembre, compatibilmente con gli sviluppi del conflitto”, concludono dall’agenzia americana.
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