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Una minaccia che la
Coldiretti
ha subito quantificato per le possibili conseguenze nel nostro Paese.
L’Italia
, ha spiegato, “
lo scorso anno ha importato dal Paese di Putin circa 153 milioni di chili di grano
, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta”. “La Russia – ha sottolineato ancora l’associazione – è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma
la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero
, tra duro e tenero. A preoccupare l’Italia sono soprattutto le difficoltà nelle semine primaverili di cereali in Ucraina che – ha osservato ancora la Coldiretti – saranno praticamente dimezzate su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni precedenti all’invasione della Russia, che sta bloccando anche le spedizioni dai porti del Mar Nero”.
Per il commissario Ue per gli Affari economici e monetari Paolo
Gentiloni
poi, la minaccia russa di tagliare le forniture alimentari di grano “non ha conseguenze per la sicurezza alimentare dell’Europa, ma può avere
conseguenze sui prezzi e a pagare sarebbero i Paesi più in difficoltà
, per esempio in Africa, dove ci sono carestie e problemi di sicurezza alimentare”.
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