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Il leader attacca le correnti e lancia il voto sulla sua guida: «Se esito risicato, pronto a un passo indietro»
Un attacco alle correnti interne e un braccio di ferro con il governo: Giuseppe Conte chiama a raccolta il popolo M5S per la votazione sulla sua leadership In programma domenica 27 e lunedì 28) . L’ex premier tenta la prova di forza: « Non mi interessa prendere il 50,1% dei voti. Anzi, dico sinceramente che se il risultato fosse così risicato sarei il primo a fare un passo indietro. A fronte di un risultato così di misura, lascerei il Movimento che in questo momento ha bisogno di una leadership forte, di una forte investitura. Allo stesso modo, però, è un dovere dirvi che in caso di una decisa riconferma le cose inevitabilmente cambieranno», dice in un video sui suoi canali social .
Ma il leader guarda soprattutto le beghe interne al Movimento: «le cose inevitabilmente cambieranno», annuncia. E chiarisce che la sua guida dei Cinque Stelle «è un cambiamento che ha incontrato anche al nostro interno delle resistenze, ha prodotto alcuni malumori e distinguo. Questo ha offerto al nostro esterno l’immagine di un M5S diviso, litigioso, contraddittorio invece di un M5S che rema tutto unito nella stessa direzione».
«Ora però non possiamo più permetterci questa debolezza — attacca Conte —. Le sfide che ci attendono, ci impongono di essere uniti e compatti. Io non posso accettare che ci sia chi rema contro le nostre battaglie e le nostra azione politica, non posso consentire che, a fronte dello sforzo di molti, ci sia chi proprio al nostro interno lavora per interessi propri».
Il leader lunedì riunirà a Roma oltre cento parlamentari ed esponenti dei suoi comitati tematici per definire le proposte programmatiche del suo Movimento. «Non votatemi se pensate che deve diventare una forza moderate e conservatrice, che si sforza di piacere a tutti anche a costo di essere la brutta copia di altri partiti tradizionalmente divisi in correnti».
Conte lancia anche un nu nuovo affondo sul tema delle spese militari. «Se mi votate, sarò il presidente che dice “no” a un aumento massiccio delle spese militari dello Stato, soprattutto in un momento del genere». Nel Movimento fanno notare come il leader su questo punto non voglia cedere (nonostante le voci di una crisi di governo eventuale) e giudichi irresponsabile l’atteggiamento di chi preferisce destinare risorse per le armi piuttosto che fare interventi sulla transizione ecologica o a sostegno dei cittadini. « In questi mesi, in un governo di emergenza che non è certo quello dei nostri sogni, abbiamo difeso le nostre conquiste che altrimenti sarebbero state cancellate. Ora, però, non basta più rimanere sulla difensiva, io sono disposto a correre il rischio di avere tutti contro se questo basta a fare gli interessi dell’Italia e dei cittadini, ma dobbiamo essere uniti e coraggiosi per rialzare la testa e imporre un cambiamento all’intero Paese».
26 marzo 2022 (modifica il 26 marzo 2022 | 13:10)
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