Ven. Set 20th, 2024

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di Benedetta Centin e Andrea Priante

A Chiampo, nel Vicentino, il venticinquenne Diego Gugole ha confessato il duplice omicidio. Aveva acquistato una pistola semiautomatica per 3.800 euro. Voleva comprarsi una casa e una nuova auto

Voleva

gli schei
. Mettere le mani sui soldi di mamma e papà, all’incirca 800 mila euro tra depositi sul conto corrente, titoli e investimenti. E così, li ha uccisi entrambi. Sono trascorsi 31 anni da quando Pietro Maso, con l’aiuto di tre amici, nel Veronese ammazzò a sprangate i genitori e poi se ne andò in discoteca per costruirsi un alibi. E di nuovo il Veneto si risveglia con la storia di un ragazzo di 25 anni, Diego Gugole, che prima ha sparato al padre Sergio, pensionato di 62 anni con un passato da imprenditore della concia, e poi ha atteso che rincasasse la madre Lorena Zanin, 59, per finirla con altri quattro colpi di pistola. È accaduto martedì in un condominio a Chiampo (Vicenza).

La pianificazione

Protagonista, una famiglia all’apparenza perfetta, con i vicini che li vedevano passeggiare tutti insieme e andare a messa tenendosi abbracciati. E invece, il figlio pianificava l’agguato da circa un mese, da quando si era rivolto a un impresario per «prenotare» uno degli appartamenti che sta costruendo in un paese vicino. L’idea era di pagare la casa e acquistare una nuova auto con il denaro di famiglia, una volta eliminati i genitori. La scorsa settimana ha contattato un marocchino che gli ha venduto per 3.800 euro una pistola semiautomatica di fabbricazione polacca, calibro nove millimetri. È con quell’arma che Sergio è stato ucciso dal figlio, intorno alle 10.30, mentre era seduto a tavola. Tre ore dopo è toccato a Lorena, appena messo piede in salotto. Per buona parte della giornata il 25enne ha seguito alla lettera il piano che aveva in mente. Si è lavato e cambiato. Ha trasferito 16.000 euro dal conto del padre al suo, denaro che poi ha «girato» al costruttore come caparra per la casa. Poi è andato a fare compere: vernici e pennelli che dovevano servirgli a cancellare gli schizzi di sangue dalle pareti, e dei sacchi nei quali pensava di infilare i corpi dei genitori per poi nasconderli nell’appartamento al piano di sotto, disabitato da quando sua nonna è morta.

La telefonata

In realtà il progetto si è arenato in una manciata di ore. In serata ha ricevuto la chiamata di una vicina di casa che aveva appuntamento con Sergio e Lorena ed era preoccupata perché non riusciva a contattarli. «Sono partiti per un viaggio», le ha risposto prima di infilarsi in un bar. «Avevo sete — ha spiegato più tardi — sono entrato e ho ordinato una Coca Cola. C’era la televisione, davano la partita e sono rimasto per un po’ lì, a guardare la Champions». Forse è proprio nel locale che ha capito che quel suo piano non avrebbe mai retto: inutile sperare di farla franca, prima o poi l’assenza dei coniugi sarebbe stata notata e avrebbero preteso da lui quelle spiegazioni che non era in grado di dare. Tanto valeva arrendersi subito. Gugole è salito in auto e ha suonato il campanello della caserma dei carabinieri di Vicenza: «Ho ucciso i miei genitori».

L’interrogatorio

Durante l’interrogatorio è rimasto impassibile, mai una frase di pentimento. Al magistrato ha spiegato di essere disoccupato da un anno: «Ultimamente non mi piaceva lavorare». Per questo

voleva impadronirsi dei soldi dei genitori, per continuare a mostrare sui social una parvenza di «bella vita»: le serate in discoteca, le vacanze in Liguria, i selfie con gli amici.
In realtà, i conoscenti lo descrivono come «un tipo strano, introverso, forse con qualche problema». Ne ha parlato lui stesso durante l’interrogatorio: «Spesso raccontavo bugie ai miei genitori». Per questo mamma e papà avevano insistito per fargli incontrare uno psicologo. Ora in paese dicono che avesse cominciato a giocare d’azzardo e un vicino assicura: «Frequentava brutta gente e nei locali offriva da bere a tutti con i soldi che rubava in casa».

17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 08:01)

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