Ven. Ott 25th, 2024

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di Lorenzo Cremonesi

Il sindaco della capitale, pugile leggendario (con dottorato). «Stiamo respingendo i russi, ma il prezzo della resistenza è altissimo»


dal nostro inviato

KIEV
— «Noi ucraini siamo pronti per fermare l’avanzata russa. Li abbiamo già bloccati alle porte di Kiev. Ma sappiamo che Putin intende catturare la nostra città, era il suo piano originario dal primo giorno di guerra e certamente proverà ancora. Non abbassiamo la guardia e abbiamo bisogno del vostro aiuto, la nostra battaglia è anche la vostra». Il sindaco
Vitali Klitschko
non smentisce il suo passato di pugile professionista abituato a vincere: un lottatore di razza. Tre giorni fa lo avevamo incontrato di fronte ai palazzi della sua città danneggiati dai proiettili russi mentre infondeva coraggio agli abitanti. A 51 anni mantiene il fisico asciutto dello sportivo che continua ad allenarsi. Ieri ci ha parlato a lungo ben contento di rivolgersi ad un giornale europeo.

Pochi giorni fa le truppe russe erano nel villaggio di Irpin, meno di cinque chilometri dalla zona urbana di Kiev. Ma non sono riuscite ad entrare: cosa è accaduto?

«Li abbiamo fermati. Ma il prezzo è stato altissimo. Non solo Irpin, ma anche Hostomel, Bucha e tanti altri villaggi sono distrutti, ci sono oltre 30.000 sfollati e ancora non conosciamo i numeri delle vittime nelle zone fuori Kiev. Credo che nei prossimi due giorni saremo in grado di respingere i russi più lontano».

Ma se Putin, frustrato per le difficoltà incontrate, dovesse ricorrere ai bombardamenti massici sulla capitale?

«Tre settimane fa le forze speciali russe si lanciarono direttamente su Kiev, speravano di occuparla rapidamente. Ma le nostre truppe hanno sventato con successo quel piano. E sono molto fiero dei nostri soldati che hanno avuto lo spirito per resistere contro uno dei più forti eserciti del mondo».

E se arrivassero i missili a lunga gittata?

«Abbiamo già evacuato i più deboli e chi non può combattere, inoltre è stata approntata una vasta rete di rifugi e bunker per salvare la popolazione. Spero che il bombardamento non inizi. Registriamo già oltre 200 civili uccisi a Kiev, tanti bambini, ormai non passa giorno che la nostra gente non venga bombardata con morti, feriti, condomini, abitazioni, negozi, scuole, cliniche distrutti. Ma certo Putin potrebbe ad un certo punto attaccarci pesantemente».

Crede esista il rischio del ricorso alle armi chimiche o persino atomiche? «Un pazzo che ha lanciato questa guerra assurda nel cuore dell’Europa potrebbe compiere mosse altrettanto folli. Le sue ambizioni sono malate: uccidere bambini, donne, anziani, malati senza alcun motivo è assurdo. Spero non avvenga».

Conferma che a Kiev resta solo la metà dei quasi quattro milioni di abitanti originari?

«Sì circa due milioni sono rimasti in città. Se Putin usasse armi chimiche sarebbe un crimine contro una nazione intera, un fatto inaccettabile».

Come spiega che finora il centro urbano di Kiev è stato danneggiato molto meno rispetto ad altre città, come Kharkiv o Mariupol?

«È questo il motivo per cui continuiamo a chiedere ai nostri alleati europei e alla Nato di inviarci al più presto le armi necessarie alla difesa dei nostri cieli. Se la Nato non può farlo, noi necessitiamo dei mezzi per difenderci da soli. Abbiamo bisogno di missili antiaerei e antimissile modello Stinger e di tutte quelle armi avanzate in grado di bloccare attacchi dall’aria. Per favore sosteneteci».

Dunque, lei comprende i motivi per cui la Nato non può creare una no-fly zone che porterebbe allo scontro diretto con i russi, però chiede armi. Corretto?

«Noi siamo in grado di chiudere il nostro spazio aereo da soli, abbiamo i soldati e le conoscenze per farlo. Non ci serve l’intervento diretto della Nato. Ma dobbiamo assolutamente ricevere le armi giuste. Non dimenticate che noi difendiamo il nostro territorio, ma allo stesso tempo anche i valori fondamentali della democrazia europea. Gli ucraini sono il vostro muro, la vostra prima linea, noi vi mettiamo al riparo dalla prossima invasione russa».

Sarebbe disposto a rinunciare all’integrazione nell’Unione Europea pur di fermare l’attacco russo e siglare la pace con Putin?

«No, non lo sono. Noi siamo europei. Tutti devono sapere che le origini di questa guerra stanno nel fatto che Putin vorrebbe ricreare la vecchia Unione Sovietica. Ma noi abbiamo una visione assolutamente diversa del nostro futuro. Dunque, non stiamo combattendo solo per difendere Kiev e i nostri territori, ma per garantire i valori delle democrazie europee, noi ci battiamo per voi».

Pochi giorni fa lei ha ricevuto a Kiev i premier polacco, ceco e sloveno. Si attende lo stesso da altri leader europei, come Draghi o Macron?

«Ho immenso rispetto per chiunque ci sostiene. Qui abbiamo molto apprezzato la proposta italiana di finanziare la ricostruzione del teatro di Mariupol devastato dalle bombe russe. Grazie a chiunque venga qui e sfidi coraggiosamente la minaccia militare russa».

E cosa pensa del dibattito in Italia e nei Paesi europei sul rischio di pregiudicare i nostri approvvigionamenti di gas russo per sostenere l’Ucraina?

«Il mio messaggio è netto: per favore bloccate qualsiasi relazione economica con la Russia, perché Putin utilizza ogni euro per rafforzare il proprio esercito che marcia contro di noi. Voglio dire anche che apprezzo infinitamente le famiglie italiane che accolgono nelle loro case i profughi dall’Ucraina. Davvero grazie a tutti voi italiani».

18 marzo 2022 (modifica il 18 marzo 2022 | 22:45)

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