Ven. Nov 22nd, 2024

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Forti esplosioni questa volta hanno interessato il centro di Kiev. La capitale ucraina, bersagliata nelle sue periferie, nella notte appena trascorsa è stata attaccata in alcuni quartieri non lontani dal centro storico. Una sorte toccata anche a Kharkiv, seconda città del Paese già raggiunta però nella seconda settimana di guerra da raid in pieno centro.

Notte di fuoco a Kiev

Le sirene di allarme aereo hanno iniziato a suonare già prima di mezzanotte. Chi è rimasto a Kiev (si calcola che metà della popolazione è andata via) ha ripetuto le stesse procedure divenute da tre settimane parte integrante della quotidianità. Ossia correre nei rifugi allestiti sotto la superficie, sfruttando magari le gallerie della metropolitana, oppure blindarsi a casa ed evitare di sostare vicino le finestre.

La novità però di questa notte è stata data dal fatto che il rumore delle esplosioni si è sentito in modo nettamente più forte. Alcuni missili infatti sono caduti in pieno centro. Almeno uno, intono alle 5 del mattino, ha centrato un palazzo residenziale di 10 piani.

L’edificio è stato immediatamente interessato da un incendio e raggiunto dai soccorritori. Non è chiaro se ci siano feriti o vittime, sul posto stanno continuando ad affluire vigili del fuoco e ambulanze.

L’attacco ha destato non poco clamore a Kiev. Se ieri notte l’esplosione nel quartiere di Obolon, anche questo a pochi passi dal centro, è sembrata una caso isolato, nelle ultime ore invece la caduta di missili in pieno centro ha confermato come anche la capitale è adesso nel mirino delle forze russe.

Pesanti bombardamenti anche a Kharkiv

Già molto prima dell’alba, intorno alle 2 di notte, gli abitanti della seconda città ucraina hanno iniziato ad avvertire violente deflagrazioni in pieno centro. In alcuni video si nota il cielo illuminato a giorno da un’autentica pioggia di proiettili in zone specifiche di una Kharkiv già provata dai bombardamenti dei giorni precedenti.

Quanto avvenuto qui ha confermato l’escalation offensiva notturna da parte russa sulle principali città ucraine. Raramente è accaduto nei primi giorni di guerra che in modo simultaneo e quasi in contemporanea Kiev e Kharkiv fossero entrambe sotto il tiro dei missili lanciati da Mosca.

“Siamo a un punto di svolta”

Nella notte è tornato a parlare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In un video diffuso su Telegram, il capo dello Stato ha voluto lanciare un appello per la resa ai soldati russi. “In 19 giorni l’esercito russo ha avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerre in Cecenia – ha dichiarato parlando in russo – Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete”.

Zelensky ha poi parlato di guerra giunta a un punto di svolta grazie anche alla resistenza ucraina. Un concetto ribadito nella notte anche da Oleksiy Arestovich, uno dei consiglieri del gabinetto presidenziale, secondo cui il conflitto è destinato a chiudersi a maggio. “Penso che non più tardi di maggio – si legge nella sua previsione – inizio maggio, dovremmo avere un accordo di pace, magari anche molto prima, vedremo”.

“Ci sarà un accordo di pace raggiunto molto velocemente, entro una o due settimane – ha aggiunto – con il ritiro delle truppe e tutto il resto, o ci sarà il tentativo di mettere insieme dei siriani per un secondo round, e quando avremo distrutto anche questi, un accordo per metà o fine aprile”.



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