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Le forze di Kiev stanno contrattaccando a Kherson. A riferirlo sono state nelle ultime ore fonti del Pentagono, secondo cui l’Ucraina starebbe puntando a riprendere il controllo della città, la prima di grandi dimensioni a cadere in mano russa.
È questa la novità più importante emersa nella nuova notte di guerra ucraina. Dopo il bombardamento sull’aeroporto di Kherson dei giorni scorsi, occupato dalle forze di Mosca, secondo i vertici della Difesa di Washington ci sarebbero tutti gli elementi per ritenere la città contesa con l’esercito di Kiev pronto a sferrare un vero contrattacco.
Mosca cambia strategia
Quanto sta accadendo a Kherson potrebbe essere indice non solo delle difficoltà russe, ma anche di un cambio di strategia da parte del Cremlino. Ieri il portavoce della Difesa russa aveva parlato di obiettivi “limitati” al Donbass. Una circostanza che nelle ultime ore della notte ha portato diversi analisti a ipotizzare uno scenario in cui Mosca si limiti al consolidamento delle prorie posizioni nell’est del Paese.
Da Washington è saltato fuori un documento dell’intelligence, secondo cui l’ordine è quello di finire la guerra entro la parata del 9 maggio, giorno in cui in Russia si celebra la vittoria della seconda guerra mondiale. Per questo dunque la guerra in Ucraina nelle ultime ore sembra essersi trasformata in un conflitto mirante quasi unicamente alle regioni orientali del Paese.
A indicarlo, tra le altre cose, le notizie provenienti da Kiev. Attorno alla capitale ucraina i carri armati russi sarebbero indietreggiati di 2 o 3 km, soprattutto nella zona di Irpin. Un riposizionamento figlio dei contrattacchi ucraini, ma anche della volontà di Mosca di non chiudere al momento in un assedio la più grande città del Paese.
Sirene di allarme in tutte le città
Questo ovviamente non ha fatto cadere i timori nelle altre province ucraine. Al contrario, durante la notte le sirene di allarme aereo hanno risuonato in tutte le principali città. A partire da Kiev, dove altre esplosioni in lontananza sono state avvertite dalla popolazione e nuovi raid hanno colpito ancora le zone della periferia nord occidentale. Anche a Kharkiv, Sumy e Chernihiv le sirene di allarme hanno scandito la nottata appena trascorsa.
Situazione sempre più difficile a Mariupol: nelle ultime ore segnalati ancora scontri, con le forze vicine a Mosca date in avanzata verso il centro, ma con i battaglioni ucraini decisi a non arrendersi. In città ci sarebbero circa centomila civili a cui mancano i servizi più essenziali.
I negoziati avanzano con difficoltà
Le novità delle ultime ore comprendono anche il fronte politico. Sia Russia che Ucraina concordano nel ritenere molto difficili gli attuali negoziati. Da Mosca si punta il dito su Kiev. “Gli ucraini non hanno interesse a trovare un accordo”, hanno dichiarato fonti della diplomazia russa. Dalla capitale ucraina si è risposto dicendo invece che le difficoltà maggiori stanno arrivando invece dalle condizioni imposte dal Cremlino.
Tuttavia qualcosa sembra muoversi. Il presidente turco Erdogan, tra i più impegnati a mediare tra le parti e che nelle scorse ore ha ricevuto il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, si è detto ottimista per un accordo “su almeno 4 punti su 6”.
Da Kiev sono arrivate anche indicazioni su possibili futuri garanti della sicurezza ucraina in caso di accordo. Il capo di gabinetto del presidente Zelensky, ha fatto sapere di un accordo che prevede come garante della sicurezza di Kiev i membri permanenti del consiglio di sicurezza Onu, più Turchia, Israele, Germania e Italia.
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