Sab. Nov 23rd, 2024

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Ventisette anni di carcere per Valerio Del Grosso, autore materiale dell’omicidio, 25 anni per Paolo Pirino, che partecipò all’aggressione, e per Marcello De Propris, che consegnò l’arma del delitto. Condannata a 3 anni e trentamila euro di multa Anastasiya Kylemnyk accusata di violazione della legge sugli stupefacenti. Assolto invece Armando De Propris, padre di Marcello.

Questa la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Assise di Roma, dopo dieci ore di camera di consiglio, nel processo per l’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 23 e 24 ottobre 2019 davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma. Lo scorso giugno, a Giovanni Princi, l’ex compagno di scuola di Luca Sacchi è stata invece inflitta una condanna a quattro anni, in rito abbreviato.

La famiglia di Luca: “Noi abbiamo l’ergastolo”

A Del Grosso i giudici hanno dato la pena più alta: è stato lui ad aver esploso il colpo di pistola fatale per Luca. La procura aveva chiesto per lui la pena dell’ergastolo. “L’ergastolo l’hanno dato a noi. Luca è morto per aiutare Anastasia e questo lei se lo deve ricordare a vita”, ha commentato in lacrime la madre di Luca Sacchi, Tina Galati, dopo la sentenza del processo.

“Noi ci aspettavamo l’ergastolo, quando ti muore un figlio vuoi il massimo della pena, comunque anche 27 anni sono tanti. Mi ritengo soddisfatto”, ha commentato Alfonso Sacchi, padre di Luca che ha aggiunto, in riferimento ad Anastasiya: “Con lei ci incrociamo, ma parlare no. Non mi aspetto più niente da lei. Per me conta che mio figlio sia uscito pulito e che chi ha sparato ha preso una pena severa”. Alla famiglia è stata assegnata una provvisionale di oltre un milione di euro.

“Ci fu violenza gratuita”

Ci fu violenza gratuita. Luca Sacchi aveva tutta la vita davanti” aveva detto la pm Giulia Guccione nella sua requisitoria dello scorso 11 febbraio. “L’esito ovviamente non ci può soddisfare ma con altrettanta chiarezza dico che le sentenze, come ho sostenuto fin dall’inizio, vanno lette prima di essere commentate. Prendiamo atto della decisione della Corte d’Assise, ci impegniamo nella lettura del provvedimento e faremo valere le nostre considerazioni nella sede naturale prevista dal processo penale”, il commento  dell’avvocato Giuseppe Cincioni difensore di Anastasiya.

L’omicidio di Luca Sacchi 

Era la notte tra il 23 e il 24 ottobre di due anni fa quando avvenne il delitto. Luca Sacchi venne ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani mentre era in compagnia della fidanzata Anastasiya e di alcuni amici. A sparare fu Valerio Del Grosso, che insieme con l’amico Paolo Pirino, aveva deciso di rapinare la ragazza di Sacchi prendendole i soldi, 70mila euro secondo l’accusa, che aveva nello zaino e che secondo le indagini sarebbero serviti per acquistare 15 chili di marijuana.

“Non volevo uccidere nessuno, era la prima volta che prendevo un’arma in mano”, disse l’omicida al gip dopo l’arresto. Oltre a Pirino – finito nuovamente nei guai pochi mesi dopo l’omicidio per un’altra storia di droga – e Del Grosso, finì in carcere per concorso in omicidio anche Marcello De Propris, il giovane che diede la pistola a Del Grosso come hanno riscontrato anche alcune intercettazioni dopo l’omicidio. Nell’ambito poi del tentato acquisto della droga, venne indagata Anastasiya, per la quale venne disposto l’obbligo di firma, mentre l’amico di Luca, Giovanni Princi, fu arrestato e portato in carcere. Per questi fatti Princi ha concordato in appello una pena di tre anni.

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