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L’ennesima telefonata, oggi 12 marzo, finita male. Per l’Eliseo «il peggio è sempre possibile, inteso come l’uso di armi illecite»
PARIGI — «Ucraina viola il diritto umanitario», dice Putin. «Menzogne russe», gli risponde Macron. Ennesima telefonata del presidente francese Macron al leader russo Putin, la seconda in due giorni assieme al cancelliere tedesco Scholz, e le fonti dell’Eliseo confermano che Putin non ha alcuna volontà di porre fine alla guerra in Ucraina, come aveva già osservato il premier italiano Draghi quando al vertice di Versailles ha detto «Putin non vuole la pace».
Macron è pessimista sull’evoluzione dei prossimi giorni, ma lo sforzo diplomatico non può che andare avanti. Prima di parlare per circa un’ora e mezza con Putin, Macron ha avuto un colloquio col presidente ucraino Zelensky. «Non è una mediazione – precisa l’Eliseo —. Chiediamo conto a Putin dei suoi atti, e facciamo il possibile per arrivare a un cessate il fuoco che possa alleviare la sofferenza delle popolazioni civili».
Non è una mediazione perché la Francia e l’Unione europea stanno dalla parte dell’Ucraina, il Paese aggredito, contro la Russia, il Paese aggressore. È una differenza di peso rispetto ad altri sforzi diplomatici: anche il presidente turco Erdogan ha un ruolo nelle trattative, «ma la Turchia non ha deciso sanzioni contro la Russia, noi sì», aggiunge l’Eliseo.
Macron ha un canale diretto con Putin
, invitato proprio a Versailles pochi mesi dopo la sua elezione nel 2017, ma dietro le quinte altri Paesi europei sono al lavoro. Da parte italiana si intensificano gli sforzi per organizzare colloqui a livello di primi ministri – in presenza, non telefonici — nei prossimi giorni.
L’Eliseo ricorda che Macron agisce in coordinamento con i partner europei, e il vertice di Versailles ha confermato la speciale intesa – anche sulla guerra in Ucraina – tra Parigi e Roma. La Francia presiede per sei mesi il Consiglio Ue, e la Germania ha la guida del G7. Francia e Germania poi hanno una storia negoziale sull’Ucraina nell’ambito del «formato Normandia» che portò ai defunti accordi di Minsk.
Lo scambio telefonico tra Macron, Scholz e Putin è stato definito «franco e difficile» da parte delle fonti dell’Eliseo, perché «il punto era chiedere conto a Putin dei suoi atti, invitarlo al rispetto dei suoi impegni e portarlo ad accettare i negoziati». Tenere aperto il dialogo con Putin non è un segno di cedimento, perché la retorica del Cremlino non viene accettata. Quando Putin accusa l’Ucraina di «violazioni flagranti» del diritto umanitario, Macron ribatte che «è una menzogna della Russia», e che le violazioni – come il bonbardamento su Mariupol — arrivano semmai da Mosca.
Ma è considerato comunque un bene che Putin accetti di avere un confronto, anche per non aggravare il suo isolamento e quel che sembra un distacco dalla realtà. Da una parte le telefonate, dall’altra le sanzioni. Come annunciato a Versailles, visto che ancora oggi Putin non dà alcun segnale di pacificazione, l’Unione europea procederà ad ulteriori sanzioni. «Mano a mano che Putin alzerà il livello dello scontro, noi alzeremo il livello delle sanzioni, come quelle che sono state adottate in passato contro la Corea del Nord o l’Iran», spiega la fonte dell’Eliseo. «Il peggio è sempre possibile. Intendiamo per peggio l’uso di armi illecite», come per esempio quelle chimiche o batteriologiche. Non spetta ai governi europei qualificare come crimini di guerra le azioni dell’esercito russo, ma le prove raccolte verranno sopposte alla giustizia internazionale.
12 marzo 2022 (modifica il 12 marzo 2022 | 19:24)
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