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AGI – Il 41/mo giorno della guerra in Ucraina è coinciso con nuove dure sanzioni e azioni politiche internazionali come la “cacciata” del personale diplomatico russo da molte capitali, in risposta agli orrori di Bucha.
Di questa pagina oscura del conflitto si è parlato anche al Consiglio di sicurezza Onu, dove è intervenuto anche il presidente Zelensky e dove la Russia ha continuato a respingere le accuse; ma è allarme anche a Mariupol, dove la situazione umanitaria è sempre peggiore anche dopo le pause concesse nei giorni scorsi per l’evacuazione di migliaia di civili; in città restano 120 mila persone.
Intanto tutta l’attenzione sul terreno dell’azione militare resta concentrata sull’Est del Paese: la linea del fronte del Donbass resta stabile ma gli osservatori internazionali e la difesa ucraina continuano ad essere in attesa di un’imminente offensiva russa, suggerita dai preparativi in corso e dallo spostamento delle forze dal Nord del Paese, cominciata da diversi giorni.
Gli osservatori militari internazionali concordano sul fatto che la battaglia a Est sarà decisiva per l’esito della guerra.
Est, Donbass
La stabilità di una delle principali linee del fronte nel Donbass, la regione dell’Est dell’Ucraina da cui è partito il conflitto, è stata constatata dai giornalisti sul posto che rilevano anche la forte pressione legata alla prospettiva di un’offensiva imminente.
In particolare, le forze ucraine tengono le posizioni difensive attorno al centro di Krasnopilia, sulla strada che collega Izyum (città conquistata dai russi) alle città di Sloviansk e Kramatorsk, che restano sotto il controllo ucraino ma sono il prossimo obiettivo, tanto che agli abitanti di Sloviansk le autorità locali hanno suggerito di lasciare le proprie abitazioni.
A Mariupol, la situazione è sempre più tragica: il porto strategico sul mar d’Azov resta un obiettivo primario di Mosca, le cui truppe hanno subito pesanti perdite nel lungo assedio, mentre per i 120 mila abitanti che ancora non sono riusciti a fuggire, secondo il sindaco Vadym Boichenko, la situazione è diventata invivibile. “Siamo oltre la catastrofe umanitaria”, ha detto.
Nord, Kiev
Secondo l’intelligence Britannica, gli ucraini hanno riconquistato una gran parte del Nord del Paese, forzando i russi a lasciare le aree di Chernihiv e del nord di Kiev.
Anche nelle zone riconquistate, però, continuano i combattimenti anche se secondo la Difesa sono di intensità inferiore rispetto ai giorni scorsi.
In particolare, nella regione di Kharkiv, l’istituto americano degli studi sulla guerra prevede che i russi si ritireranno da Sumy nel giro di pochi giorni.
Sud-Ovest Kherson
Restano salde le posizioni russe a Kherson, anche se le truppe di Mosca hanno subito perdite e gli ucraini hanno guadagnato terreno in qualche parte della regione.
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