Sab. Nov 23rd, 2024

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Peggio che Iraq e Afghanistan messi insieme, peggio perfino di Iwo Jima. Secondo le stime dell’intelligence americana, riportate dal New York Times, il numero di militari russi morti in 20 giorni di invasione dell’Ucraina avrebbe già superato quota 7.000. Più, dunque, delle perdite accumulate dagli Stati Uniti in vent’anni di guerre mediorientali, e più del numero di marines caduti nella sanguinosa presa di Iwo Jima, durata 36 giorni tra il febbraio e il marzo del 1945.

Sono numeri che, se confermati, metterebbero a repentaglio la stessa capacità russa di proseguire nell’offensiva. Il ragionamento del Pentagono, infatti, è che la piena operatività di ciascuna unità di combattimento sarebbe compromessa con perdite che superano il 10 per cento degli effettivi. E sommando i morti ai feriti, che secondo le stesse stime sarebbero compresi tra i 14 e i 21 mila, quella soglia sarebbe stata ampiamente raggiunta, considerando che l’Armata russa ha mobilitato fin qui circa 150 mila militari.

 

Sempre secondo il Pentagono, i cui rapporti sull’andamento della guerra finiscono quotidianamente sulla scrivania di Joe Biden, un tasso così alto di perdite starebbe provocando una grave crisi del “morale delle truppe”, riducendo significativamente la loro disponibilità a combattere. Uno di questi dispacci ha addirittura citato casi di soldati che avrebbero abbandonato i propri mezzi e si sarebbero dispersi nei boschi.

Le stesse fonti dell’intelligence americana, che hanno parlato al New York Times a condizione di restare anonime, riconoscono tuttavia che per quanto ben calibrate, le loro sono pur sempre delle stime: basate incrociando le notizie diffuse sia dai russi che dagli ucraini, l’analisi delle immagini satellitari, e dati abbastanza standard come il numero di persone che di norma compongono l’equipaggio dei carri armati e di altri mezzi militari andati distrutti.

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