Forti esplosioni sono state segnalate poco dopo le 6 locali (le 5 in Italia) a Odessa. Lo riferiscono sui social media gli abitanti della città ucraina. Le deflagrazioni sono avvenute nei pressi del centro, in direzione nord. Probabilmente si tratta di missili lanciati sulla città. Diverse colonne di fumo si sono alzate sopra la città, dove hanno risuonato a lungo le sirene di allarme antiaereo. Gli abitanti riferiscono anche dei bagliori di un incendio visibili da lontano. Le esplosioni sono state almeno una decina. Secondo il giornale online ‘Odessa Life’, è stata colpita “un’infrastruttura critica”, mentre sui social si parla di un attacco a vari depositi di carburante.
“Le truppe russe vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina. Siamo consapevoli che il nemico ha riserve per aumentare la pressione a est. Qual è il nostro obiettivo? Proteggere la nostra libertà, la nostra terra, la nostra gente”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo discorso video notturno. “Stiamo rafforzando le difese – ha aggiunto – nella zona orientale e nel Donbass. Bisogna elogiare il coraggio e la resilienza di coloro che difendono le città, ma anche dire che il nostro Paese non ha ricevuto abbastanza moderni sistemi antimissilistici dagli alleati occidentali”. “E’ praticamente l’unico in Europa a sostenere apertamente Putin”. Zelensky torna ad attaccare il primo ministro ungherese Viktor Orban. Il presidente ucraino ha detto di “aver parlato francamente di Orban: questa è l’onestà che manca al signor Orban, potrebbe averla persa da qualche parte nei suoi contatti con Mosca”
Il governo ucraino rivendica un importante successo nella guerra contro la Russia, la “completa liberazione della regione di Kiev”, e conferma tutti i segnali di una progressiva smobilitazione dalla capitale delle truppe di Vladimir Putin. Il loro passaggio, tuttavia, lascia dietro di sé una lunga scia di sangue. A partire dal sobborgo di Bucha, dove centinaia di morti sono stati seppelliti in fosse comuni. Tra l’altro, lo stato maggiore ucraino si prepara ad un nuovo massiccio attacco di Mosca nel sud e nell’est, nuovo obiettivo dopo il fallimento dell’invasione totale del Paese.
Un segnale in questa direzione arriva dalla Transnistria, piccolo stato de facto sotto l’orbita russa, dove arrivano le prime notizie di una mobilitazione delle truppe di Putin. Che potrebbero tentare una sortita anche da ovest. E’ stato il viceministro della Difesa ucraino, al termine del 38esimo giorno di guerra, ad annunciare che i russi sono stati respinti da Kiev. Gli invasori sono ritirati da alcune città chiave come “Irpin, Bucha, Gostomel e l’intera regione di Kiev è stata liberata”, ha comunicato Ganna Maliar. Così in vari distretti dell’Oblast, da Brovary a Vyshgorod, è stato introdotto un coprifuoco di due giorni per sminare il territorio. Lo stesso hanno deciso le autorità di Bucha, sobborgo appena liberato dopo oltre un mese ma diventato uno scheletro di edifici.
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Biden, tank Urss a Kiev. Putin a Ue, smaltite sbornia Usa. Dal Pentagono altri 300 milioni di aiuti tra missili, droni e blindati (ANSA)
Il dramma dell’occupazione è riassunto in due immagini: venti cadaveri in abiti civili allineati in una strada e oltre 300 morti senza una lapide, ma seppelliti in fosse comuni. Perché i tre cimiteri erano tutti nel raggio di tiro dei soldati russi, ha spiegato il sindaco Anatoly Fedoruk. La ridotta pressione su Kiev e sul nord del Paese, confermata anche dagli americani, non ha comunque allentato la tensione degli ucraini, secondo cui Mosca ha semplicemente cambiato tattica: “Non ci facciamo illusioni, ci aspettano ancora pesanti battaglie nel sud, per Mariupol, e nell’est”, ha stimato il consigliere Arestovych. Avvertendo che la sfida “non sarà facile”. Per Kiev i russi stanno cercando di stringere la morsa sul Donbass mandando rinforzi proprio dal nord-est, come testimoniano i combattimenti sempre più aspri tra Kharkiv e Izyum (in uno dei villaggi della regione è stata colpita una diga facendo esondare il fiume Seversky Donets). E lungo la stessa direzione, nelle regioni centrali del Paese, pesanti bombardamenti hanno colpito Dnipro e Poltava, dove sono state distrutte le piste d’atterraggio delle forze armate ucraine. Nel sud i raid hanno colpito nuovamente la regione del Donetsk, ancora non completamente in mano ai secessionisti, e il Lugansk, per metà ancora controllata dagli ucraini. Secondo il governatore Serhiy Haidai, è stato colpito un gasdotto che ha tagliato fuori dalle forniture 60mila famiglie in 36 villaggi e città intorno a Severodonetsk. Le forze d’invasione, tuttavia, continuano ad affrontare una strenua resistenza, anche nelle zone già occupate. Come a Enerhodar, nell’oblast di Zaporizhzhia, dove le autorità civiche hanno denunciato che le truppe hanno sparato contro i manifestanti. Quattro feriti e diversi arresti nella città che ospita la più grande centrale nucleare d’Europa.
Anche a Mariupol le forze nazionaliste del Battaglione Azov continuano a tenere testa ai russi in centro, tanto che i combattimenti rallentano le evacuazioni. Anche in questa giornata proseguite a singhiozzo. I russi, per tagliare fuori l’Ucraina dall’accesso al mare, potrebbero tentare un altro colpo a sorpresa. Secondo lo stato maggiore di Kiev l’Armata ha iniziato a mobilitarsi a ovest, in Transnistria. La regione della Moldavia, ma autonoma de facto sotto il cappello russo, potrebbe essere utilizzata per “condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina”. Il governo moldavo non ha confermato la presenza russa in quel territorio, ma le autorità ucraine restano in allerta. Temendo di dover combattere in un nuovo fronte.
La Russia aprirà il corridoio umanitario da Mariupol a Berdyansk e garantirà il cessate il fuoco per l’evacuazione degli stranieri. Lo ha comunicato il ministero della Difesa russo, come riferisce la Tass.
Ed è stato trovato morto il fotoreporter ucraino Maxim Levin, scomparso da 20 giorni su linea del fronte. Levin, 41 anni, ucciso da due colpi, è il sesto giornalista rimasto ucciso in Ucraina dall’inizio della guerra. Del suo compagno di viaggio e collega di Maxime Lavin, il fotografo Oleksiy Chernyshov, non si hanno invece notizie.
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Scomparso dal 13 marzo, aveva lavorato anche per Reuters e Ap (ANSA)
“Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà nessun risultato”, così Zelensky in un’intervista a Fox News. Il presidente, dopo aver ribadito che non rinuncerà mai ad alcun territorio ucraino, torna a dire, contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi, che “non ammettere l’ Ucraina nella Nato è un errore” perché Kiev renderebbe l’Alleanza “molto più forte”. “Non siamo uno Stato debole. Non stiamo proponendo di renderci più forti a spese della Nato. Non saremmo un’aggiunta, ma una locomotiva”, assicura nella sua intervista a Fox news nella quale aveva già detto che non avrebbe accettato “nessun altro risultato se non la vittoria”.
Ucraina, Zelensky: ‘Oltre 3 mila persone sono state evacuate da Mariupol’
Il Pentagono annuncia che fornirà a Kiev fino a 300 milioni di dollari in più di aiuti militari, inviando anche armi di ultima generazione come i missili guidati da laser e droni ‘kamikaze’. Secondo il NYT, gli Usa contribuiranno poi a trasferire carri armati di fabbricazione sovietica destinati a rafforzare le difese dell’Ucraina nel Donbass. E daranno anche maschere anti gas e tute protettive. “L’artiglieria a lungo raggio e i sistemi antinave che Londra ha promesso a Kiev diventeranno obiettivi legittimi per le truppe russe se consegnati in Ucraina” dice alla Tass l’ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrey Kelin.
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Zelensky: “Almeno 5.000 morti nella città assediata” (ANSA)
“Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arriverà il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista citata da Interfax, sottolineando di fatto che il dialogo fra Russia ed Europa potrà essere ripristinato ma ci vorrà del tempo.
Tra chi insiste sulla necessità di una pace immediata c’è il Papa che da Malta, dove è arrivato stamattina per il suo 36esimo viaggio apostolico, fa capire di star pensando davvero all’ipotesi di andare a Kiev, raccogliendo l’invito degli ucraini. “Se l’ipotesi esiste? Sì è sul tavolo” risponde ai cronisti durante il volo. Ma poi rincara la dose e invoca “una misura umana davanti all’ aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni”.
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Il rischio di guerra fredda soffoca i popoli . C’è infantilismo in seduzioni autocrazia e imperialismi’ (ANSA)