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«Un aereo ha sganciato una bomba su un edificio dove si nascondevano centinaia di pacifici residenti di Mariupol» denuncia nel tardo pomeriggio il consiglio comunale della città. Poco dopo cominciano a rimbalzare su Telegram delle immagini terribili, il “Teatro Drammatico” distrutto, piegato su se stesso, con il fumo che ancora si alza dalle macerie, «dentro c’erano centinaia di civili, non riusciremo a salvare tutti». Sui due lati dell’edificio c’era scritto in grande la parola «bambini». Secondo Nexta Tv, un’altra bomba è stata lanciata contro un centro sportivo con una piscina, il “Neptun”, sempre a Mariupol, dove erano nascosti donne e bimbi. Il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, scrive: «Stanno cercando di distruggere fisicamente i residenti di Mariupol, che sono stati a lungo un simbolo della nostra resistenza. Hanno lanciato un attacco aereo sulla piscina Neptun. Donne incinte e donne con bambini sono ora sotto le macerie». La lista delle tragedie e degli attacchi purtroppo è molto più lunga. Ci sono i razzi contro un convoglio di civili che stava fuggendo da Zaporizhzhya, tra i feriti anche un bambino. E ieri si è parlato degli spari sulle persone in fila per il pane, a Chernihiv, a nord di Kiev, dieci i morti, secondo una notizia diffusa dall’Ambasciata americana a Kiev. Il ministero della Difesa russo ha smentito. Non solo: in serata è emerso che sempre a Chernihiv il servizio per le emergenze, dopo aver sgomberato le macerie, di un dormitorio bombardato, ha rinvenuto i corpi di 5 persone tra cui 3 bambini. Segnalati nuovi bombardamenti sui palazzi della periferia di Kiev, mentre di nuovo a Mariupol, città martire a sud-est dell’Ucraina, i militari dell’esercito di Putin continuano a tenere in ostaggio 500 tra infermieri, medici e pazienti.
Trappola
In totale sono 300mila i cittadini intrappolati in una città assediata dai russi, con bombardamenti costanti, dove non c’è acqua corrente, mancano cibo e riscaldamento, non vengono lasciati passare neppure gli aiuti umanitari. Altro fronte caldo a sud: lancio di missili, nella notte tra martedì e mercoledì, dalle navi della flotta russa contro Odessa, nel tratto che divide la città dal confine romeno: «Ha il sapore quasi una minaccia, un avvertimento per dire alla Romania di non inviare aiuti» osserva Ugo Poletti, editore dell’Odessa Journal. L’esercito di Putin sembra agire con ancora più spietatezza, incurante delle trattative dai tavoli della diplomazia, e ieri sono state numerose le segnalazioni di nuovi attacchi, anche contro i civili, anche contro le colonne di auto che tentavano di fuggire da Mariupol. Sono proseguiti anche i rapimenti degli amministratori locali delle varie cittadine a Est che i russi stanno tentanto di occupare. Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ieri sono stati sequestrati sindaco e vicesindaco di Skadosk, non lontano da Kherson. Ieri però il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Tymoshenko ha annunciato che grazie a un’operazione speciale è stato liberato il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, rapito nei giorni scorsi e sostituito dai russi con una collaborazionista.
Ma l’attenzione di ieri pomeriggio si è spostata sul bombardamento del teatro di Mariupol. Costruito nel 1960, si trovava nel centro della città, circondato da un bel prato verde, in rete ci sono molte immagini che mostrano la normalità delle feste natalizie, con gli addobbi e la gente che passeggia. Da ieri pomeriggio la sua facciata bianca, i quattro pilastri con capitelli sormontati da una trabeazione e timpano sul modello di un tempi classico, non ci sono più. I russi hanno bombardato la struttura, distrutto il cuore pulsante della cultura della cittadina ucraina. Come in altre occasioni, negano o affermano che che dentro vi fossero militari. Ma tutte le testimonianze concordano: all’interno del teatro c’erano i rifugiati, persone che avevano trovato riparo, visto che Mariupol è sempre più una città fantasma, con palazzi distrutti, carenza di cibo, gas ed elettricità. Il vicesindaco Sergei Orlov ha spiegato alla Bbc: «Pensiamo che all’interno vi fossero tra le 1.000 e le 1.200 persone». Sempre su Twitter il profilo del parlamento ucraino nel tardo pomeriggio denunciava: «Non si sa quante persone siano morte sotto le macerie. Ci sono feroci battaglie. Nessuno può raggiungere i blocchi, non sappiamo se ci sono sopravvissuti». Oleksandra Matviichuk, responsabile del Centro per le libertà civili dell’Ucraina: «I russi hanno lanciato una bomba sul teatro drammatico di Mariupol, designato come luogo di ritrovo per le persone che hanno perso la casa e i mezzi di sussistenza. Tra coloro che erano in teatro, c’erano molti bambini e pazienti che necessitavano di attenzioni speciali». Secondo il consiglio comunale cittadino «le forze russe hanno intenzionalmente e cinicamente distrutto il Teatro Drammatico, l’aereo ha sganciato una bomba su un edificio dove si nascondevano centinaia di pacifici residenti». Che senso ha colpire un teatro con dei civili dentro? La spiegazione iniziale dell’esercito invasore è che riteneva che all’interno vi fossero militari del battaglione Azov (formazione di estrema destra ucraina). L’esercito russo ha anche confezionato un’altra spiegazione: «Non abbiamo bombardato noi il teatro», il battaglione Azov avrebbe fatto esplodere il teatro con dentro i civili per fare ricadere la colpa su Mosca. Si tratta di una ricostruzione usata già in molti altri episodi, tanto che qualcuno dall’Ucraina ha fatto ironia amara: per i russi quelli dell’Azov sono milioni e ogni luogo che colpiscono. La strategia è collaudata: negare sempre, anche ciò che è evidente (il governo russo continua a sostenere che non c’è stata alcuna invasione). Era stata usata anche dopo il bombardamento dell’ospedale: si erano avvelenati i pozzi, sostenendo, che le donne ferite (purtroppo una è morta) erano attrici.
Replica
Dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Un altro crimine orrendo a Mariupol. Un massiccio attacco russo sul Drama Theatre, dove si nascondevano centinaia di civili. L’edificio adesso è completamente distrutto, i russi non potevano non sapere che era un rifugio per i civili». D’altra parte, ciò che appare indiscutibile è che l’esercito russo da 21 giorni è entrato in Ucraina, lancia missili e bombarda anche palazzi e obiettivi civili, Mariupol è allo stremo, senza cibo e acqua. Questi sono fatti e non c’è propaganda che possa smentirlo. Sempre nei dintorni Mariupol, secondo gli ucraini, ieri è stato ucciso il quarto generale russo, si chiamava Oleg Mityaev.
Ucraina, la diretta
Ore 1.20 – «Le mie priorità nei negoziati sono assolutamente chiare: fine della guerra, garanzie di sicurezza, sovranità, ripristino dell’integrità territoriale, garanzie reali per il nostro Paese, protezione reale per il nostro Paese». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in un video pubblicato sui social per fare il punto sul ventunesimo giorno di guerra. «Stiamo già lavorando – ha aggiunto Zelensky – a programmi per ricostruire il nostro Paese dopo la guerra. Prometto a tutti, a ogni ucraino che ha perso la casa, che ha perso il suo appartamento a causa di ostilità o bombardamenti, che lo Stato ripristinerà tutto. Sono fiducioso che saremo in grado di ricostruire rapidamente il nostro stato, qualunque sia il danno. Sarà una ricostruzione storica, un progetto che ispirerà il mondo così come la nostra lotta per la nostra libertà».
Ore 1.00 – Il sito web del ministero russo per le situazioni di emergenza è stato ‘hackeratò. Sulla homepage sono apparsi vari messaggi sul conflitto in Ucraina, tra cui «Più di 13.000 soldati russi sono morti in guerra» oppure «Non credere ai media russi: mentono». L’attacco si è verificato la sera del 16 marzo. Prontamente sono intervenuti i tecnici e ora il sito risulta essere in manutenzione e «temporaneamente non raggiungibile».
Ore 23.37 – Almeno 103 bambini sono stati uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Lo ha detto in un messaggio su facebook Volodymyr Zelensky. «A partire da questa mattina, 103 bambini sono stati uccisi», ha spiegato il presidente ucraino in un video. Le truppe russe, ha sostenuto, hanno causato «centinaia di volte più danni» in Ucraina che nel Donbass in otto anni di guerra. Zelensky ha anche affermato di aver parlato con il procuratore della Corte penale internazionale e che l’ufficio del procuratore dell’Ucraina e le forze dell’ordine hanno già iniziato a lavorare per «assicurare gli invasori alla giustizia». «Gli invasori saranno responsabili di tutti i crimini di guerra contro gli ucraini», ha detto.
Ore 23.12 – I membri occidentali del Consiglio di Sicurezza dell’Onu chiedono per domani una riunione d’emergenza sull’Ucraina. Lo riferiscono fonti diplomatiche. Il Regno Unito, gli Stati Uniti, l’Albania, la Francia, la Norvegia e l’Irlanda hanno chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite alla luce del deterioramento della situazione umanitaria in Ucraina. «La Russia sta commettendo crimini di guerra e prende di mira i civili», ha denunciato la missione diplomatica britannica alle Nazioni Unite sul suo account Twitter. «La guerra illegale della Russia contro l’Ucraina è una minaccia per tutti noi».
Ore 22.55 – Diverse esplosioni sono state segnalate stasera in varie città della Bielorussia, in particolare nella regione meridionale di Brest, vicino al confine con l’Ucraina. Alcuni video, apparentemente registrati dagli abitanti delle zone interessate, sono stati diffusi sui social media. Secondo la Ukrainska Pravda, il capo del comitato esecutivo di Brest, Oleksandr Rogachuk, aveva riferito che nella regione si sarebbero svolte esercitazioni programmate di artiglieria.
Ore 22.21 – L’azienda statunitense di satelliti Maxar Technologies ha distribuito delle immagini satellitari che mostrano come nel cortile del teatro di Mariupol, bombardato oggi dalle forze russe, fosse stata dipinta la scritta «bambini». L’azienda ha annunciato la distribuzione di nuove immagini, non appena queste saranno disponibili. Secondo le autorità cittadine di Mariupol, il teatro è stato colpito da una bomba lanciata da un caccia russo. Al suo interno trovavano rifugio 1.200 persone.
Ore 22.11 – Nuove evacuazioni oggi da Mariupol, la città portuale dell’Ucraina meridionale assediata dalle truppe russe. In tutto, altre 6.426 persone, tra cui 2.039 bambini, sono riuscite a lasciare la città attraverso il corridoio umanitario, dirette a Zaporizhzhia. Lo ha riferito la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk, citata da Ukrinform.
Ore 21.05 – L’appellativo di «criminale di guerra» rivolto dal presidente Usa Joe Biden al presidente russo Vladimir Putin è «inaccettabile» e frutto di una «imperdonabile retorica». Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass, replica ai commenti fatti dal presidente Usa, che prr la prima volta ha usato la definizione di «criminale di guerra» nei confronti del leader russo.
Ore 20.45 – «Nella direzione di Kiev i nostri artiglieristi hanno distrutto al punto di comando e a quello di rifornimento il 35esimo esercito dell’accantonamento orientale delle forze armate russe». Lo comunica su Twitter il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valery Zaluzhny, condividendo anche il video dell’operazione.
Ore 20.30 – I corpi di 5 persone, di cui 3 bambini, sono stati trovati sotto le macerie di un edificio bombardato dalle forze russe a Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, vicino al confine bielorusso. Lo riferiscono i servizi d’emergenza locali, citati da Ukrinform.
Ore 20.15 – Nuovi bombardamenti dell’esercito russo su Kiev. I missili hanno colpito diverse case private nel distretto di Podilsky. Lo ha scritto su Telegram il sindaco della capitale Vitali Klitschko, secondo quanto si legge su Ukrinform. Sul posto stanno lavorando soccorritori e medici. Il fuoco è stato contenuto, ma l’intervento va avanti. Nessuna vittima è stata registrata finora. Secondo il sindaco è stato danneggiato anche un gasdotto a bassa pressione. Oggi è in vigore a Kiev un coprifuoco esteso, iniziato ieri alle 20 e che durerà fino alle 7 di domani. Una misura analoga è stata annunciata anche nella regione di Kiev.
Ore 19.35 – «È l’Ucraina che deve decidere quale risultato accettare». Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in conferenza stampa a Berlino, con la premier finlandese Sanna Marin. Scholz ha sottolineato che l’Ucraina è un paese sovrano.
Ore 19.15 – «L’operazione speciale per liberare il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, è appena stata completata con successo. Vanya è al sicuro». Lo ha riferito il vice capo dell’ufficio presidenziale ucraino Kirill Tymoshenko, citato da Ukrinform, sottolineando che il primo cittadino, che era stato sequestrato venerdì scorso, tornerà presto alle sue funzioni.
Ore 19.00 – La Russia nega le accuse di aver bombardato il teatro di Mariupol, che ospitava centinaia di civili sfollati. Secondo il ministero della Difesa di Mosca è stata la milizia ultranazionalista ucraina del Battaglione Azov a distruggere l’edificio. Lo riporta la Tass.
Ore 18.30 – «Voglio essere onesto, questa potrà essere una battaglia lunga e difficile». Lo ha detto Joe Biden nel discorso con cui ha annunciato i nuovi 800 milioni di dollari di aiuti militari per l’Ucraina con cui «il popolo americano sarà saldo a sostegno del popolo ucraino di fronte all’attacco immorale di Putin alle popolazioni civili». «Noi siamo unite nell’orrore per l’attacco perverso di Putin e continueremo ad aiutarli nella lotta per la libertà, la democrazia e le sopravvivenza – ha aggiunto – diamo agli ucraini le armi per combattere e difendersi nei giorni difficili che li attendono».
Ore 18.15 – «Invieremo armi antiaeree a lungo raggio all’Ucraina». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden. Nel nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina sono inclusi droni.
Ore 18.10 – «Gli ostaggi a Mairupol sono un’atrocità. Siamo determinati a far pagare a Putin un prezzo altro». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden.
Ore 17.57 – Le forze russe hanno sganciato una bomba sul Teatro di Mariupol, dove si nascondevano dei rifugiati che avevano perso le loro case. Lo riferisce “Ukraïnska pravda” che cita il Consiglio comunale di Mariupol. Le forze russe, sostiene il consiglio comunale, «hanno intenzionalmente e cinicamente distrutto il Teatro nel cuore di Mariupol. L’aereo ha sganciato una bomba su un edificio dove si nascondevano centinaia di civili di Mariupol. Non è ancora possibile valutare la portata di questo atto terribile e disumano, perché i bombardamenti delle aree residenziali continuano in città». Dopo l’attacco la parte centrale del Teatro è crollata e anche l’ingresso al rifugio antiaereo è crollato.
Ore 17.10 – Un attacco russo è stato sferrato contro i civili in fuga da Mariupol, ci sono morti. Lo riferisce l’esercito ucraino.
Ore 16.51 – «L’Ucraina ha ottenuto una vittoria completa nella causa contro la Russia presso la Corte internazionale di giustizia. La Corte ha ordinato di fermare immediatamente l’invasione. L’ordine è vincolante ai sensi del diritto internazionale e la Russia lo deve rispettare immediatamente. Ignorare l’ordine isolerà ulteriormente la Russia». Così su twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Ore 16.47 – I russi stanno bombardando le torri delle radio e delle telecomunicazioni a Mariupol. Lo riporta il Guardian citando alcuni testimoni sul posto. Le comunicazioni diventano sempre più difficili, mentre la città da giorni sta affrontando una catastrofe umanitaria, assediata dai carri armati russi che avanzano verso il centro della città, sottolinea il sito del giornale britannico. «Più di 400.000 persone sono ancora intrappolate, senza acqua corrente, cibo e forniture mediche, mentre oltre 500 rimangono in ostaggio nell’Ospedale Regionale di Terapia Intensiva sequestrato dai russi».
Ore 16.40 – La Corte internazionale di Giustizia ritiene che la Russia deve «sospendere immediatamente l’operazione militare avviata il 24 febbraio 2022 sul territorio dell’Ucraina». Lo ha detto la presidente della Corte, Joan Donoghue, in merito alle richieste di Kiev di «misure provvisorie».
Ore 16.35 – «Gli alleati sono uniti» nel dire «che la Nato non dovrebbe schierare le sue forze sul territorio o nello spazio aereo dell’Ucraina, perché abbiamo la responsabilità di garantire che questa guerra non si intensifichi oltre l’Ucraina». Lo dice il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa rispondendo a una domanda sulla richiesta di no-fly zone da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Vediamo morte, distruzione e sofferenza in Ucraina, ma questo può peggiorare se la Nato interviene con un’azione che potrebbe trasformare» il conflitto «in una guerra a tutti gli effetti tra Nato e Russia», spiega.
Ore 16.00 – Le autorità ucraine e i media di Kiev denunciano la strage di civili a Chernihiv. Dieci persone sarebbero state uccise mentre erano in coda per il pane.
Ore 15.46 – La bozza del piano di pace in Ucraina anticipata dal Financial Times include la rinuncia da parte dell’Ucraina alla Nato e la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia. Le garanzie occidentali per la sicurezza ucraina potrebbero rivelarsi un «grande ostacolo ad ogni accordo, così come i territori» conquistati dalla Russia nel 2014, mette in evidenza il Financial Times.
Ore 15.42 – Un piano di pace in 15 punti che include il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe se l’Ucraina dichiara la neutralità e accetta limiti alle forze armate. È il contenuto della bozza di accordo sulla quale i negoziatori russi e ucraini stanno discutendo, secondo quanto riportato dal Financial Times.
Ore 15.20 – Il consigliere alla sicurezza nazionale Jack Sullivan ha parlato con il suo omologo russo, il generale Nikolay Patrushev, e lo ha messo in guardia «sulle conseguenze e le implicazioni di una possibile uso di armi chimiche e biologiche in Ucraina» da parte della Russia. Lo afferma la Casa Bianca.
Ore 15.15 – «L’obiettivo della Russia non è occupare l’Ucraina». Lo dice il presidente russo Vladimir Putin citato dalla Tass.
Ore 15.14 – L’operazione delle forze armate russe in Ucraina «si sta sviluppando con successo e strettamente secondo i piani». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin citato dalla Tass. La Russia, ha aggiunto, «non aveva altra scelta per garantire la propria sicurezza che quella di attuare l’operazione militare in Ucraina».
Ore 14.45 – «Biden, essere il leader del mondo vuol dire essere leader della pace». Lo ha detto in inglese il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al congresso americano. Il leader ha mostrato un video dell’Ucraina sotto le bombe. E poi si è rivolto in inglese agli americani. «Oggi non solo aiutate noi ma anche tutta l’Europa e tutto il mondo ad essere liberi».
Ore 14.34 – La Russia ha chiesto agli Stati Uniti di fermare la fornitura di armi all’ Ucraina. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando Interfax.
Ore 14.30 – I soldati russi hanno aperto il fuoco e usato gas lacrimogeni per disperdere manifestanti pacifici ucraini radunati nella piazza davanti al consiglio comunale per chiedere il rilascio dei leader locali detenuti nella zona occupata di Skadovsk, dell’Oblast di Kherson. Lo riferisce The Kyiv Independent.
Ore 14.20 – «Il nostro Paese vive l’11 settembre da tre settimane». Con queste le parole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto al Congresso americano. «Abbiamo bisogno di voi, del vostro aiuto. Abbiamo bisogno di una no-fly zone. È troppo da chiedere? Allora abbiamo bisogno di sistemi di difesa aerei e di velivoli» ha detto Zelensky, che successivamente ha ricordato Pearl Harbour e l’11 Settembre dicendo: «Il nostro Paese sta vivendo lo stesso, ogni giorno, in questo momento. La Russia ha trasformato il cielo ucraino in una fonte di morte per migliaia di persone». Tra le richieste del presidente ucraino anche quella di isolare ulteriormente la Russia: «Tutte le società statunitensi devono lasciare la Russia» e di inasprire le sanzioni contro i politici russi che sostengono l’invasione.
Ore 13.55 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha deciso si istituire un minuto di silenzio tutti i giorni, in tutta la nazione, in memoria degli ucraini caduti nella guerra con la Russia. Lo riportano i media ucraini citando un videomessaggio del presidente in cui annuncia che ogni mattina alle 9 «saranno commemorati gli ucraini che hanno dato la vita per un’Ucraina libera nella lotta contro gli invasori russi: ricorderemo gli ucraini che hanno dato la vita, tutti quelli che hanno combattuto, tutti i militari e tutti i civili, adulti e bambini. Tutti coloro che potrebbero ancora vivere se la Russia non avesse iniziato questa guerra. ‘Memoria eternà a tutti coloro che sono morti per l’Ucraina», ha aggiunto.
Ore 13.44 – Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan è già in Ucraina, quindi gli occupanti russi saranno ritenuti responsabili di tutti i crimini di guerra commessi contro gli ucraini. Lo ha annunciato il presidente Volodymyr Zelensky in un discorso video riportato dall’agenzia di stampa ucraina Unian. «Ho parlato oggi con il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aia Karim Khan. Ô già in Ucraina, ha già iniziato a lavorare. Quindi gli occupanti saranno responsabili di tutti i crimini di guerra contro gli ucraini», ha detto Zelensky.
Ore 13.01 – Le truppe russe hanno ucciso almeno 10 civili in coda per il pane a Chernihiv, a nord di Kiev, vicino al confine con la Bielorussia. Lo riferisce il corrispondente di Suspilne news sul posto citato da The Kyiv Independent. L’attacco è avvenuto intorno alle 10 del mattino.
Ore 12.41 – I bombardamenti russi hanno colpito la torre televisiva di Vinnytsia, città sulle rive del fiume Buh nell’Ucraina centrale. Lo riferisce The Kyiv Independet. Secondo il governatore di Vinnytsia Oblast Serhiy Borzov, l’attacco russo ha danneggiato la torre, lasciando i residenti senza segnale Tv. Non sono segnalate vittime.
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Ore 12.11 – L’Ucraina rifiuta l’idea di un modello austriaco o svedese di neutralità del Paese e vuole garanzie di sicurezza. Lo afferma il presidente ucraino Zelensky. I colloqui con Mosca per porre fine ai combattimenti dovrebbero invece concentrarsi sulle «garanzie di sicurezza». «L’Ucraina è ora in uno stato di guerra diretto con la Russia. Di conseguenza, il modello può essere solo ‘ucrainò e solo su garanzie di sicurezza verificate legalmente», ha affermato il principale negoziatore ucraino, Mikhailo Podolyak, citato dal gabinetto del presidente Zelensky. Oggi il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov aveva ribadito che per la Russia i punti chiave nella trattativa con Kiev sono la sicurezza delle popolazioni russofone nell’est dell’Ucraina e la sua smilitarizzazione. Ma, parlando con il gruppo dei media russo Rbs, rilanciato da Reuters su Twitter, ha detto che anche «l’uso della lingua russa e la libertà di espressione sono importanti». Per il ministro, alcune formulazioni di un accordo con l’Ucraina sono «vicine» a un’intesa, mentre lo status neutrale per Kiev viene «seriamente considerato». La neutralità dell’Ucraina secondo un modello svedese o austriaco si tradurrebbe – ha spiegato un funzionario russo – in uno status paragonabile a quello dei due Paesi europei, non allineati ma ancorati alla sfera geopolitica occidentale. «Questo è ciò che si sta discutendo attualmente nelle negoziazioni, ci sono formule molto concrete che ritengo vicine a un accordo», ha aggiunto Lavrov pur rilevando che i colloqui «non sono facili». Lo status neutrale dell’Ucraina implicherebbe quindi la rinuncia all’adesione alla Nato. Tra gli altri punti sul tavolo anche le questioni chiave dello status della Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, e quello dei separatisti filo-russi a Donetsk e Luhansk la cui indipendenza è stata riconosciuta da Mosca.
Ore 12.09 – Rapiti questa mattina Oleksandr Yakovlev, il sindaco di Skadovsk, un centro abitato situato nell’oblast’ di Kherson, in Ucraina e il suo vice Yurii Paluyha. Lo rende noto l’attivista Artem Kostuychenko su Facebook che si appella ai cittadini «di uscire in piazza a manifestare».
Ore 11.29 – Sono quasi due milioni i rifugiati ucraini che sono entrati in territorio polacco dall’inizio della guerra. Lo rende noto la polizia di frontiera di Varsavia in un tweet. «Dal 24 febbraio – si legge – un totale di 1,89 milioni di persone hanno fatto accesso in Polonia dall’Ucraina». Solo ieri il numero di profughi che hanno attraversato il confine ha raggiunto le 66 mila unità, «un dato in calo del 7%», precisa il tweet. La maggior parte delle persone arriva dal varco di Medyka, nel sud della Polonia. Questa mattina sono già arrivate 13 mila persone
Ore 11.37 – Le delegazioni polacche, slovene e ceche sono tornate sane e salve da Kiev in Polonia». Lo annuncia in un tweet Piotr Muller, portavoce del primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki.
Ore 10.14 – Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha ribadito che per la Russia i punti chiave nella trattativa con Kiev sono la sicurezza delle popolazioni russofone nell’est dell’Ucraina e la sua smilitarizzazione. Ma, parlando con il gruppo dei media russo Rbs, rilanciato da Reuters su Twitter, ha detto che anche «l’uso della lingua russa e la libertà di espressione sono importanti». Per il ministro, alcune formulazioni di un accordo con l’Ucraina sono «vicine» a un’intesa, mentre lo status neutrale per Kiev viene «seriamente considerato».
Ore 9.56 – «I negoziati con l’Ucraina non sono facili, ma c’è la possibilità di un compromesso»: lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, citato dalla Tass. «Mi baso sulle valutazioni fornite dai nostri negoziatori, i quali dicono che i negoziati non stanno andando bene per ovvi motivi, ma che c’è comunque un margine di speranza di raggiungere un compromesso», ha detto Lavrov. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky aveva dichiarato che i negoziati con la Russia sono ora «più realistici». «Il conflitto» in corso in Ucraina «definirà l’ordine mondiale», ha detto ancora Lavrov.
Ore 9.35 – Più di 3.000 auto che trasportano sfollati dalla città ucraina assediata di Mariupol sono arrivate a Zaporizhia, ha detto il capo dell’amministrazione regionale, Oleksandr Starukh, sul suo canale Telegram. Lo riporta la Cnn. Tra gli arrivi che hanno trovato riparo nella città ci sono 772 bambini, ha detto l’amministrazione locale.
Ore 9.35 – Mariupol, da giorni sotto assedio da parte delle forze russe, è stata attaccata anche dal mare di Azov. Lo riferisce Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco della cittadina ucraina, precisando che gli attacchi delle navi da guerra vanno ad aggiungersi ai raid aerei. «I primi missili – spiega – sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città». L’ospedale regionale di Mariupol, inoltre, è sempre occupato dalle forze russe «che costringono i medici a curare i loro feriti» e «usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo del nosocomio da parte dei nostri soldati».
8.30 – Un nuovo round di colloqui è previsto oggi in videoconferenza tra la delegazione russa e quella ucraina. Negoziati che si fanno «più realistici», come ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio diffuso a notte fonda. Il capo negoziatore di Kiev aveva ieri sera parlato di «negoziati difficili», ma aveva sottolineato che resta «aperta la strada per il compromesso». «Tutte le guerre terminano con degli accordi. Come mi è stato detto, le posizioni nei negoziati sembrano più realistiche», ha detto Zelensky. «Tuttavia c’è ancora tempo perché siano raggiunte decisioni nell’interesse dell’Ucraina», ha aggiunto.
8.15 – Sono almeno 500 le persone che hanno perso la vita a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina nel nord est del Paese, dall’inizio dell’offensiva militare lanciata dalla Russia. Lo ha detto il Servizio di emergenza dell’ Ucraina. Molti gli edifici distrutti dai bombardamenti russi. La città ha una popolazione di 1,4 milioni di persone.
8.00 – Alla riunione straordinaria dei ministri della Nato parteciperà anche Oleksiy Reznikov, il responsabile della Difesa ucraina. Lo ha annunciato su Twitter lo stesso Reznikov, spiegando che durante l’incontro «parlerò con i ministri della Difesa della sicurezza globale» alla luce della guerra della Russia contro l’Ucraina. «Spero di poter convincere la Nato a semplificare la burocrazia e ad accelerare la fornitura di aiuti militari all’Ucraina», dichiara il ministro, citando in particolare «la difesa aerea e missilistica». Reznikov sottolinea che «la questione della no-fly zone è ancora aperta» e anche che «riguarda la vostra sicurezza».
7.50 – In un intervento al Washington Post l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti Qin Gang ha spiegato che Pechino non era a conoscenza dei piani della Russia sull’Ucraina e, in caso contrario, «avrebbe fatto il possibile per fermarli». «Lasciatemelo dire in modo responsabile: le affermazioni secondo cui la Cina era a conoscenza, ha acconsentito o tacitamente sostenuto questa guerra sono puramente disinformazione. Tutte queste affermazioni servono solo a scaricare colpe e gettare fango sulla Cina. C’erano più di 6 mila cittadini cinesi in Ucraina. La Cina è il più grande partner commerciale di Russia e Ucraina e il più grande importatore di petrolio greggio e gas naturale al mondo. Il conflitto tra Russia e Ucraina non giova alla Cina. Se la Cina avesse saputo della crisi imminente, avremmo fatto del nostro meglio per prevenirla», ha assicurato l’ambasciatore.
Ore 7.20 – Un palazzo di 12 piani è stato colpito dalle forze armate russe a Kiev, nel distretto centrale du Shevchenkivsky. Il Servizio di emergenza dell’Ucraina ha spiegato che due persone sono rimaste ferite nell’attacco e 37 sono state evacuate. Lo riporta il “The Kiyv Independent”.
Ore 7.00 – I russi hanno iniziato ad attaccare dal mare Mariupol, la città nell’Ucraina meridionale assediata da giorni. Il lancio di razzi, come hanno spiegato funzionari locali, è avvenuto da navi russe approdate vicino al villaggio Bilosaraiska Kosa.
Ore 6.50 – Alcune esplosioni sono state registrate a Zaporizhzhia, nel sudest dell’ Ucraina dove si trova la più grande centrale nucleare dell’Europa. Lo ha reso noto il Segretario del consiglio comunale di Zaporizhzhia Anatoliy Kurtev, spiegando che un’esplosione si è verificata nella stazione ferroviaria.
Ore 05.27 – L’Ucraina rischia di perdere 18 anni di progressi economici se il conflitto si estenderà, con un 90% della popolazione già in povertà o con il rischio di cadervi nei prossimi 12 mesi: è l’avvertimento lanciato dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Unpd). Queste proiezioni, le prime elaborate dall’agenzia dell’Onu, segnalano che nel prossimo anno un terzo degli ucraini potrebbe finire sotto la soglia di povertà, 14 volte di più rispetto a quanto era previsto prima dell’invasione russa. Un altro 62% resterebbe ad alto rischio di povertà. «Anche se la necessità dell’assistenza umanitaria immediata per gli ucraina è della massima importanza — ha spiegato l’amministratore dell’Unpd, Achim Steiner —, i gravi impatti sullo sviluppo di un conflitto prolungato stanno diventando evidenti». A pesare è anche la distruzione di infrastrutture, strade, ponti, ospedali e scuole.
Ore 02.09 – Il Senato degli Stati Uniti ha approvato all’unanimità una risoluzione che condanna il presidente russo Vladimir Putin come un «criminale di guerra». La risoluzione, presentata dal repubblicano Lindsey Graham e sostenuta da senatori di entrambe le parti, incoraggia la Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia e altre nazioni a perseguire l’esercito di Mosca per crimini di guerra commessi in Ucraina.
Ore 01.50 – Navi russe bombardano Odessa, due feriti
Sarebbe di almeno due feriti il bilancio di un bombardamento delle navi da guerra russe sulla costa dell’oblast di Odessa, il porto nel sud-ovest dell’Ucraina. A riferirlo è «The Kyiv Independent» che cita le autorità locali. La notizia dell’attacco arriva dopo che i satelliti hanno rilevato 14 navi della flotta settentrionale di Mosca in avvicinamento a Odessa, tra cui il Pyotr Morgunov, nave anfibia lunga 120 metri.
Ore 01.39 – Esplosioni sono state udite nella periferia di Kiev, con le sirene dei raid aerei tornate a suonare. Lo riferisce una squadra della CNN sul campo. Le esplosioni sono iniziate dopo il tramonto.
Ore 01.20 – «Gli incontri continuano. Mi è stato detto che le posizioni nei negoziati sembrano più realistiche. Tuttavia, è necessario ancora più tempo affinché le decisioni siano nell’interesse dell’Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, in un discorso poco prima delle 2 del mattino ora locale, facendo il punto sui negoziati tra Kiev e Mosca.
Ore 00.04 – Wall Street Journal: «Biden annuncerà 1 miliardo di dollari di aiuti militari a Kiev»
Il presidente Usa Joe Biden dovrebbe annunciare oltre 1 miliardo di dollari in nuova assistenza militare al governo ucraino. Lo scrive il «Wall Street Journal». Gli aiuti includerebbero nuove forniture degli stessi tipi di equipaggiamento militare di cui gli Stati Uniti affermano che gli ucraini hanno più bisogno: sistemi anti-corazza e antiaerei, comprese le difese aeree portatili come Javelins e Stinger.
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