Ven. Nov 15th, 2024

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di Antonio Polito

«Cadaveri messi sui balconi, un silenzio da cimitero dappertutto». Le vittime civili avrebbero raggiunto il numero di tremila. Che cosa dice lo statuto della Corte penale internazionale dell’Aja

Che succede a Mariupol?

«Sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte». Lo scrive su Facebook una cittadina di Mariupol, Nadezda Sukhorukova, rilanciata su Twitter da Anastasiia Lapatina, giornalista del Kiev Indipendent. Nel suo diario di guerra, Nadezda racconta di «cadaveri messi sui balconi, di un silenzio da cimitero dappertutto». «Spero che nessuno veda mai quello a cui ho assistito io», ha detto invece il console greco a Mariupol, Manolis Androulakis, l’ultimo diplomatico europeo a lasciare la città assediata. «Mariupol entrerà a far parte delle città che sono state totalmente distrutte dalla guerra: Guernica, Coventry, Aleppo, Grozny, Leningrado». Le vittime civili avrebbero raggiunto il numero di tremila, secondo il comandante ucraino del distaccamento di Azov, il maggiore Denys Prokopenko. Ma «nessuno può dire il numero esatto, poiché i morti vengono sepolti in fosse comuni, senza nome. Molti sono insepolti per le strade. Alcune persone rimangono sepolte vive sotto le macerie». Eppure «potrebbe non bastare una settimana per prendere il controllo della città ucraina di Mariupol», ammette uno degli assedianti, il capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, citato da Interfax. Quella di Mariupol, la città-martire che ha risposto di no all’intimazione di resa dei russi, è una resistenza che passerà alla storia.

È un crimine di guerra?

Nello Statuto di Roma, che ha istituito la Corte penale internazionale dell’Aja nel 1998, è definito crimine di guerra «cagionare volontariamente grandi sofferenze o gravi lesioni all’integrità fisica o alla salute; distruzione ed appropriazione di beni, non giustificate da necessità militari, compiute su larga scala illegalmente ed arbitrariamente; dirigere deliberatamente attacchi contro proprietà civili e cioè proprietà che non siano obiettivi militari; lanciare deliberatamente attacchi nella consapevolezza che gli stessi avranno come conseguenze la perdita di vite umane tra la popolazione civile e lesioni a civili o danni a proprietà civili; attaccare o bombardare con qualsiasi mezzo città, villaggi, abitazioni o costruzioni che non siano difesi e che non costituiscano obiettivi militari; dirigere intenzionalmente attacchi contro edifici dedicati al culto, all’educazione, all’arte, alla scienza, a scopi umanitari, a monumenti storici, a ospedali e luoghi dove sono riuniti malati e i feriti». Secondo l’Altro rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell, «ciò che succede a Mariupol è un enorme crimine di guerra».

Intanto in Italia

I diciassette parlamentari di Alternativa c’è, gruppo di transfughi grillini, hanno annunciato che diserteranno la seduta del Parlamento di domani, per non ascoltare il discorso del presidente dell’Ucraina Zelensky.

«Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!” (Che Guevara)»

21 marzo 2022 (modifica il 21 marzo 2022 | 20:17)

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