[ad_1]
Roma, 28 marzo 2022 – La guerra tra Russia e Ucraina vive oggi il suo 33esimo giorno. Mentre Zelensky accusa l’Occidente di non aver abbastanza “coraggio” quando si tratta di aiutare Kiev e torna a chiedere di inviare aerei e carri armati, la Germania sta valutando l’acquisto di un sistema di difesa antimissile per proteggersi da un potenziale attacco russo. L’Occidente “gioca a ping-pong nel decidere chi dovrebbe mandare i jet”, è ancora l’accusa di Zelensky. L’Ucraina, aggiunge il presidente, è pronta ad accettare uno status di neutralità come parte di un accordo di pace. Le discussioni su Donbass e Crimea, dice ancora Zelensy, andrebbero tenute separate. I negoziati riprenderanno domani alle 10 locali, le 9 in Italia. Di oggi, intanto, la notizia che il più importante quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta ha deciso di sospendere le sue pubblicazioni. Lo riferisce lo stesso giornale sul suo sito, diretto dal premio Nobel per la Pace Dmitrij Muratov. Ed è scontro totale sul gas tra Russia e G7. “Inaccettabile” la richiesta di Putin di pagarlo in rubli secondo il Gruppo dei Sette. “Non faremo beneficenza”, la replica del Cremlino.
Sommario
La guerra intanto va avanti, anche se nel suo ultimo rapporto operativo, l’esercito dell’Ucraina sostiene che la Russia ha ritirato le truppe che circondavano Kiev dopo aver subito perdite significative. Il ritiro ha “significativamente ridotto” l’intensità dell’avanzata di Mosca, aggiunge lo stato maggiore delle forze armate ucraine. I funzionari militari affermano poi di ritenere che la Russia stia trasportando missili ‘Iskander’ a Kalinkavichy, nel sudest della Bielorussia. Nelle scorse ore sono proseguiti attacchi missilistici per tutta l’Ucraina, dice Mikhail Podoliak, consigliere di Zelensky. Le forze ucraine hanno abbattuto un missile da crociera russo nella regione di Mykolaiv, nel sud del Paese. Si segnala anche un avanzamento verso lo strategico porto sul mar d’Azov, Mariupol, città che soffre da settimane un attacco durissimo ed è in piena crisi umanitaria. La vicepremier di Kiev ha detto che per ragioni di sicurezza oggi non ci saranno corridoi umanitari.
Tornando alle mosse dell’Occidente, per Scholz la caduta di Putin “non è l’obiettivo della Nato e neppure del presidente americano”. La conferma arriva poi anche dallo stesso Biden, che, a chi gli chiedeva se nel discorso pronunciato a Varsavia, in cui ha detto che Putin “non può restare al potere”, facesse riferimento a un cambio di regime in Russia, ha risposto “no”. Il segretario di Stato americano Blinken aveva frenato ieri sul cambio di regime. Macron si era smarcato da Biden, dopo gli attacchi verbali a Putin definito “un macellaio” che non può governare.
Dura presa di posizione dei paesi del G7 contro la richiesta di pagare il gas in rubli da parte di Vladimir Putin. Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno detto che la richiesta del Cremlino è “inaccettabile” e mostra che il presidente russo ha “le spalle al muro”. Lo ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck in una dichiarazione resa nota da Berlino in quanto presidente di turno. “Tutti i ministri del G7 hanno convenuto che si tratta di una chiara violazione unilaterale dei contratti esistenti (…) il che significa che un pagamento in rubli non è accettabile”, ha detto Habek al termine di una videoconferenza con gli altri ministri.
Pochi minuti e arriva la replica di Mosca. L’Europa non vuole pagare il gas in rubli? Certamente la Russia non distribuirà gratis il proprio gas, “non faremo beneficenza”. Lo ha garantito il portavoce del Cremlino, Dmitry Pesko secondo la Tass. Peskov non si è sbilanciato sulle contromisure che Mosca potrebbe adottare al diniego occidentale, riferendosi a “Paesi ostili” non meglio identificati. “Ma di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo. È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione”, ha aggiunto Peskov.
Nel frattempo, si è svolta questa mattina all’Unità di Crisi della Farnesina una riunione di coordinamento, presieduta dal ministro Di Maio, con l’ambasciata italiana in Ucraina e l’ambasciata italiana in Russia. Nel corso del vertice si è fatto il punto sugli italiani presenti in Ucraina. Lo stesso Di Maio ha ribadito che i connazionali sono scesi a 186. All’inizio del conflitto gli italiani in Ucraina erano 2000.
Intanto, sono 73.898 i profughi ucraini giunti finora in Italia: 38.068 donne, 6.959 uomini e 28.871 minori. Lo comunica il Viminale su twitter. Rispetto a ieri, l’incremento è di 1.958 ingressi: le destinazioni principali sono Milano, Roma, Napoli e Bologna. Di oggi l’appello dei sindaci che “chiedono di sedersi al tavolo col governo e le prefetture ed essere coinvolti direttamente nella questione dell’accoglienza dei profughi ucraini”. Lo dichiara Riccardo Varone, presidente di Anci Lazio, sottolineando che la richiesta è “emersa da tutti i presidenti Anci regionali”.
[ad_2]
Source link