Sab. Nov 23rd, 2024

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Un forte scoppio rimbombato per la zona di Montesacro. Un petardo è stato lanciato alle 4 del mattino di mercoledì 9 marzo, da ignoti, all’interno del giardino dell’ambasciata Bielorussa a Roma, in via delle Alpi Apuane. Un fatto che potrebbe essere riconducibile anche alla guerra in Ucraina

Del caso si occupa la digos. Poche le informazioni rese note dagli inquirenti, se non quelle che raccontano il mero fatto di cronaca. Il “grosso petardo”, così definito dalla questura di Roma, è stato lanciato dall’esterno dell’ambasciata, finendo all’interno del giardino. In territorio bielorusso appunto. 

Le indagini sul petardo contro l’ambasciata bielorussa a Roma

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, negli ultimi giorni, non ha mai smentito il suo appoggio al numero uno russo, Vladimir Putin. Chi indaga, dopo aver acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, non esclude il fatto che il lancio del petardo nell’ambasciata, possa trattarsi di un atto dimostrativo nei confronti delle istituzioni bielorusse.

Per prevenire qualsiasi altra tensione, nei cui confronti dell’ambasciata di via delle Alpi Apuane sarà attivato un potenziamento della vigilanza. Il gesto, al momento, non è stato rivendicato. Gli inquirenti non scartano nemmeno l’ipotesi che possa essersi trattato di una bravata di qualcuno, senza alcun legame con la guerra in Ucraina. La digos, che lavora a bocche cucite, è chiamata a risolvere la matassa. Dopo l’arrivo dell’informativa, i pm della Capitale apriranno formalmente un fascicolo di indagine. 

Già blindate le ambasciate di Russia e Ucraina

Già dallo scorso 25 febbraio, prefettura e questura avevano deciso un innalzamento dei livelli di sicurezza davanti alle sedi diplomatiche di Ucraina e Russia. A sorvegliare i palazzi istituzionali, ci sono polizia, carabinieri e finanza, che supporteranno l’Esercito, già impegnato nelle vigilanze fisse. Da quel giorno sono controllati i palazzi di via Guido d’Arezzo dell’ambasciata dell’Ucraina e l’omonimo sito nella sede del Vaticano. Stesso discorso per le ambasciate russe di via Gaeta e del Vaticano. Qui sono stati approntati piani di sorveglianza fissa con presidi armati.

Una attenzione alzata anche davanti gli uffici delle compagnie aeree, l’Ukraine Airlines in via Lucullo, accanto all’ambasciata Usa, e quelli di Aeroflot, la compagnia di bandiera russa, in via Sardegna. Così come per le attività commerciali e di rappresentanza di Russia e Ucraina a Rom, gli istituti di cultura e lingua russa in via del Viminale, l’associazione culturale cristiana italo-ucraina e le chiese ortodosse nella capitale.  

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