L’Ucraina “non può accettare alcun ultimatum dalla Russia”. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky. “L’Ucraina non può accettare gli ultimatum russi. Dovremmo prima essere distrutti per soddisfare i loro ultimatum”, ha detto Zelensky al sito ucraino Suspilne. Mosca – ha aggiunto – voleva che l’Ucraina “consegnasse” Kharkiv, Mariupol e Kiev, ma né la popolazione di quelle città e “né io, come presidente, possiamo farlo”. Kiev dunque non accetterà nessun compromesso sull’integrità territoriale e sulla sovranità dell’Ucraina. Lo dice il negoziatore ucraino Mykhaylo Podolyak alla Bbc. La resistenza ucraina all’invasione, afferma Podolyak, ha costretto la Russia “a valutare in modo più adeguato la realtà” della situazione, il che ha contribuito a incoraggiare “una sorta di dialogo”. Ma qualsiasi decisione su un eventuale accordo di pace sarà presa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dal leader russo Vladimir Putin, aggiunge. E il presidente ucraino dal canto suo fa sapere che un eventuale accordo con la Russia dovrebbe essere sottoposto ad un referendum in Ucraina. In particolare, possono essere poste ai voti le garanzie di sicurezza e lo status dei territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea”.ha detto il presidente Volodymyr Zelensky in un’intervista con emittenti ucraine, britanniche e ceche, nella quasi annuncia la volontà di sottoporre a referendum un eventuale accordo con la Russia. Lo riferisce Ukrinform. Se la Nato non vuole concedere l’adesione all’Ucraina, allora singoli Paesi che fanno parte dell’Alleanza devono garantire la sua sicurezza. Lo ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista con emittenti ucraine, britanniche e ceche, citate da Ukrinform, facendo riferimento ai negoziati con la Russia. “La Nato non concede l’adesione all’Ucraina poiché i membri dell’Alleanza hanno paura della Russia – ha osservato -. Va bene, allora dateci altre garanzie di sicurezza. Ci sono membri della Nato che vogliono essere garanti della nostra sicurezza, che, purtroppo, non possono darci l’adesione alla Nato al 100%, ma sono pronti a fare le cose che l’Alleanza dovrebbe fare se fossimo membri dell’Alleanza. E penso che sia un normale compromesso”, ha aggiunto.
E’ durata un’ora la telefonata del presidente americano Joe Biden con i leader europei, tra i quali il premier italiano Mario Draghi. Il colloquio è durato un’ora, dalle 11.14 alle 12.12, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca.
Agenzia ANSA
‘Per discutere risposta una coordinata all’attacco della Russia’, in preparazione del vertice NATO di giovedì prossimo e della partecipazione del presidente Biden al prossimo Consiglio europeo (ANSA)
La Russia sta facendo del terrorismo di Stato in Ucraina e attaccherà anche altri Paesi. Lo ha affermato il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, nel corso di una conferenza stampa a Londra col suo omologo britannico, Ben Wallace. Si è trattato di un blitz non annunciato di Reznikov, il primo dall’inizio dell’invasione da parte delle truppe di Mosca. Nel suo breve intervento, il ministro ucraino ha detto che 150 bambini sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione russa e 400 scuole e asili, oltre a 110 ospedali, sono stati distrutti. “Questo è terrorismo di Stato. Ecco perché il Cremlino deve essere fermato, perché andrà oltre. Attaccherà altri Paesi”. Ha poi elogiato il sostegno militare offerto da Londra a Kiev. “Il ruolo del governo britannico è speciale, il suo coraggio e il suo spirito sono in netto contrasto alla passività di altri Paesi”, ha dichiarato Reznikov, secondo cui la Gran Bretagna è stata la prima a fornire armi “potenti” all’Ucraina. Il governo di Boris Johnson è infatti uno dei principali partner e fornitori militari di Kiev: della crescente collaborazione fra i due Paesi hanno sicuramente discusso nei loro colloqui Reznikov e Wallace.
Mosca si difende dopo il clamore suscitato dal bombardamento del centro commerciale a Kiev. Secondo il portavoce del ministero della difesa russo Igor Konashenkov, come riporta la Tass, all’interno dell’edificio si mascondeva una batteria di sistemi multipli di lanciamissili e un deposito di munizioni. “Nascondendosi dietro i quartieri di abitazione nel sobborgo di Kiev di Vinogradar, le unità nazionaliste ucraine hanno condotto per diversi giorni il fuoco di missili lanciatori multipli contro i militari russi”, ha detto. Secondo Konashenkov, il centro commerciale è stato usato come deposito di munizioni e missili.
Relazioni Usa-Russia in un momento delicato. Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore americano John Sullivan e gli ha consegnato una nota di protesta contro i commenti “inaccettabili” di Joe Biden sul presidente russo Vladimir Putin, definito “criminale di guerra” e “dittatore assassino”. Lo riportano alcuni media americani, fra i quali Cnbc e l’agenzia Bloomberg. Secondo la Russia, le parole del presidente Usa potrebbero causare una rottura dei rapporti con gli Stati Uniti.
La situazione dalle città si fa sempre più difficile. Il bilancio delle vittime tra i civili nella città di Mariupol ha raggiunto oltre 3.000 persone. Lo afferma il comandante del distaccamento di Azov, il maggiore Denys Prokopenko in un commento alla Cnn, come riporta anche Ukrinform. “Il bilancio delle vittime tra i civili cresce ogni giorno e ora supera le 3.000 persone. Ma nessuno può dire il numero esatto dei morti, poiché le persone vengono sepolte in fosse comuni, senza nome. Molti cadaveri restano insepolti per le strade. Alcune persone rimangono intrappolate sotto le macerie, sepolte vive”, ha detto Prokopenko. Il sindaco di Kiev ha annunciato un nuovo coprifuoco nella capitale e nella regione di 35 ore, da stasera a mercoledì mattina: inizierà oggi alle 20:00 (ora locale) e durerà fino alle 7:00 di mercoledì 23 marzo. “Chiedo a tutti di rimanere a casa o nei rifugi”, scrive il sindaco Vitali Klitschko su Telegram. Potrà circolare in città solo di dispone di permessi speciali. A Mariupol bombe russe cadono ogni dieci minuti e oltre ai carri armati e all’artiglieria, la città è bombardata da navi da sbarco russe: lo afferma il vice comandante del reggimento Azov, come riportato da Ukrinform. Secondo il consiglio comunale di Mariupol, alcuni residenti del distretto della Rive Gauche di Mariupol vengono deportati con la forza in Russia, i cui passaporti vengono confiscati. Ma secondo Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino, già 45.000 persone sono riuscite a lasciare Mariupol assediata. “Sono sicura che morirò presto. È questione di giorni. In questa città tutti aspettano costantemente la morte. Vorrei solo che non fosse così spaventosa”: è la testimonianza su Facebook di una cittadina di Mariupol, rilanciata su Twitter dalla giornalista ucraina del Kiev Indipendent Anastasiia Lapatina. Potrebbe non bastare una settimana per prendere il controllo della città ucraina di Mariupol, ha detto il capo dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, citato da Interfax. “Non sono così ottimista sul fatto che bastino due o tre giorni o anche una settimana per chiudere la questione. Sfortunatamente no, la città è grande”, ha detto. E due navi russe sono apparse in un’incursione a distanza nel porto di Odessa e hanno aperto il fuoco “in modo indiscriminato”, ha riferito su Telegram il portavoce del quartier generale operativo dell’amministrazione militare regionale di Odessa Serhiy Bratchuk, secondo Ukrinform. L’artiglieria delle Forze armate ucraine avrebbe aperto il fuoco in risposta e avrebbe allontanato le navi dalla riva.
Otto corridoi umanitari sono stati concordati per la giornata di oggi, ma nessuno dalla città assediata di Mariupol: lo riporta il Guardian citando la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk, che ha spiegato come continuino a fallire gli sforzi per raggiungere Mariupol con scorte umanitarie.
“Boris Romanchenko, 96anni, ex prigioniero dei lager nazisti, è morto a Kharkiv. Dopo essere sopravvissuto a Buchenwald, Peenemunde, Dora Mittelbau, Bergen-Belsen, è stato ucciso da un missile russo lanciato contro il suo appartamento durante ‘l’operazione di denazificazione’. I nuovi fascisti continuano il lavoro di Hitler”. Lo scrive sul suo canale Telegram il sindaco di Leopoli, Andrij Sadovyj.
Kiev, il centro commerciale prima e dopo il bombardamento
Nella regione di Sumy, sempre nella notte, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità avevano lanciato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni. La perdita nell’impianto chimico di Sumykhimprom è “sotto controllo con solo una persona ferita”, ha affermato poi su Twitter il Centro per le comunicazioni strategiche del Ministero della cultura ucraina. Anche il governatore dell’oblast di Sumy Dmytro Zhyvytskyy su Telegram conferma: “Alle 7.50 la perdita è stata eliminata”. “Attualmente sono in corso lavori regolari. Non vi è alcuna minaccia per la popolazione. Si è saputo di una persona ferita, un dipendente dell’impresa”, aggiunge il governatore.
Notte di bombe su Kiev, lavoro senza sosta per i soccorritori
I COLLOQUI – Sono durati un’ora e mezzo oggi i negoziati tra le delegazioni ucraina e quella russa, e continuano adesso nel formato dei gruppi di lavoro. Lo riferisce la Tass. “L’incontro è durato dalle 10.30 alle 12 con le delegazioni ufficiali, poi sono arrivati di nuovo i gruppi di lavoro. Oggi lavoriamo tutto il giorno”, ha detto un membro della delegazione ucraina e capo della fazione Sn David Arahamiya, citato dall’agenzia Unian. Non sono state fornite ulteriori informazioni sull’andamento dei colloqui.”Sarebbe importante che Kiev si rendesse più disponibile”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, riferendosi alla possibilità di un incontro tra Putin e Zelensky. “Organizzare un incontro tra i presidenti della Russia e dell’Ucraina richiede un accordo sui possibili risultati dei colloqui, ma le parti attualmente non hanno nulla da mettere sul tavolo a questo proposito”, ha affermato Peskov parlando con i giornalisti. “In primo luogo, c’è la necessità di fare i compiti a casa, cioè tenere i colloqui e concordare i loro risultati, prima di parlare di un incontro tra i due presidenti. Finora non ci sono stati progressi significativi”, ha sottolineato. “Non avrebbero nulla da documentare, non ci sono accordi da documentare”, ha aggiunto Peskov.
BIDEN E I LEADER UE – Per oggi pomeriggio è prevista intanto una telefonata tra il leader Usa, il premier Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere – dice l’amministrazione Biden – “di una risposta coordinata all’attacco immotivato della Russia all’Ucraina”. Johnson ha intanto detto di aver parlato ieri con Zelensky e di voler “promuovere gli interessi” di Kiev a vertici di Nato e G7 di questa settimana. Sul fronte delle sanzioni, da Washington arriva la minaccia di estendere le misure alle “vette più alte” dell’economia russa. Il vice consigliere per la Sicurezza nazionale americano Daleep Singh ha spiegato che le sanzioni potrebbero essere ampliate ancora di più e applicate ad altri obiettivi tra cui più banche e “altri settori” che non sono stati ancora toccati. “Non voglio specificarli, ma penso che Putin saprebbe cosa sono”, ha detto Singh. E anche la Polonia intende confiscare proprietà e beni russi, ha affermato il premier Mateusz Morawiecki, che oggi ha in programma un incontro con l’opposizione nel quale discutere di come “congelare e confiscare le proprietà russe” in territorio polacco. “Da un lato ci sono restrizioni costituzionali per tali azioni, legate al diritto di proprietà; dall’altro sempre più polacchi non riescono a capire perché non possiamo farlo nel nostro Paese, come gli italiani che invece hanno confiscato gli yacht degli oligarchi russi”, ha detto Morawiecki.
L’ULTIMATUM A KIEV – Kiev ha intanto respinto ieri sera la richiesta di Mosca di consegnare la città di Mariupol. “La resa non è un’opzione”, ha dichiarato la vicepremier Iryna Vereshchuk aggiungendo che l’Ucraina “chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro” per l’evacuazione dei civili. In una lettera, il ministero della Difesa russo sosteneva però che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa. “Quello che sta accadendo a Mariupol è un immenso crimine di guerra, qualcosa di orrendo, lo dobbiamo condannare in modo netto, la città è completamente distrutta“, ha detto l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. “Questa non è guerra ma la distruzione di un Paese senza considerazione delle leggi della guerra perché anche la guerra ha delle leggi. Moralmente, la Russia ha perso la legittimità. Putin merita la più netta condanna del mondo civilizzato”, ha aggiunto.
NUOVO APPELLO DEL PAPA – “Perché farci la guerra per conflitti che dovremmo risolvere parlandoci da uomini? Perché non unire piuttosto le nostre forze e le nostre risorse per combattere insieme le vere battaglie di civiltà: la lotta contro la fame e contro la sete; la lotta contro le malattie e le epidemie; la lotta contro la povertà e le schiavitù di oggi. Perché? Certe scelte non sono neutrali: destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro, che significa continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario. E questo è uno scandalo: le spese per le armi. Quanto si spende per le armi, terribile!”. Così il Papa.
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