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Le possibilit di un colpo di Stato a Mosca sono in aumento, secondo quanto riferito da fonti anonime dei servizi segreti russi a Vladimir Osechkin, dissidente russo in esilio, citato dal Times di Londra: ma queste voci vanno sempre prese con cautela
Le possibilit di un colpo di Stato a Mosca che possa portare alla deposizione di Vladimir Putin sono in aumento ogni settimana. Lo ha scritto un anonimo funzionario dell’Fsb in undici lettere indirizzate a Vladimir Osechkin, dissidente russo in esilio, sostenendo che nei servizi segreti di Mosca c’ grande caos e insoddisfazione. Le parole di Osechkin sono riportate dal Times
di Londra, ma — come sempre — necessario fare la tara fra propaganda e realt.
Secondo le lettere pubblicate da Osechkin, attivista che ha esposto gli abusi nelle carceri russe ed ora uno nella lista dei most wanted del Cremlino, a ordire un golpe contro lo Zar sarebbero proprio gli agenti del servizio di sicurezza federale, quell’Fsb che ha preso il posto del Kgb nel 1995 e che stato diretto proprio da Putin fra il 1998 e il 1999. Il fatto stesso che gli agenti russi stiano parlando, mettendo a rischio la propria vita, un segno della loro rabbia nei confronti di Putin, ha commentato Osechkin al Times
Il fondatore di Gulagu.net in contatto con la sua fonte da novembre, ma ha pubblicato le mail soltanto a partire dal 4 marzo: quel giorno il funzionario russo, che lavorerebbe in un piccolo dipartimento di analitica dell’Fsb, avrebbe definito la guerra un fallimento totale. Il testo, messo online da Osechkin, era lungo 2 mila parole ed stato letto da 28 milioni di persone: numerosi esperti lo hanno analizzato e ritenuto autentico.
Intervistato dalla sua abitazione in Francia, dove in esilio dal 2015, Osechkin ha detto che per 20 anni Putin ha creato stabilit in Russia. Gli ufficiali dell’Fsb, i poliziotti, i pubblici ministeri e le persone all’interno del sistema hanno potuto vivere una bella vita, ma ora tutto finito. Riconoscono che questa guerra una catastrofe per l’economia, per l’umanit, e non vogliono tornare ai tempi dell’Unione Sovietica.
Gli agenti e i funzionari dell’Fsb sono considerati infatti come una nuova nobilt in Russia, hanno stipendi molto superiori alla media, e ad averli allontanati dal Cremlino non sono soltanto le difficolt sul campo di battaglia in Ucraina, ma anche gli effetti delle sanzioni: Non potranno pi andare in vacanza nelle loro ville in Italia e portare i figli a Disneyland, a Parigi, ha detto Osechkin , secondo il quale ogni settimana e ogni mese in cui questa guerra continua, aumenta la possibilit di una ribellione da parte dei servizi di sicurezza.
Le voci sulla possibilit di un colpo di Stato contro Putin si rincorrono da tempo, e sono state rese pi forti dall’andamento della guerra in Ucraina che, secondo diversi analisti e nonostante le smentite russe, non sta procedendo secondo i piani. Mercoled si diffusa la notizia della fuga da Mosca di Anatolij Chubais, ex vicepremier di Eltsin e rappresentante speciale del presidente presso gli organismi internazionali, una delle personalit di maggior rilievo ad aver preso posizione contro la guerra in Ucraina: un segnale interpretato come una prima crepa nell’entourage del presidente russo.
Nella giornata di domenica alcuni media ucraini avevano rilanciato fonti dei servizi ucraini secondo cui nell’lite imprenditoriale e politica russa si starebbe formando un gruppo di figure influenti pronta a liberarsi di Putin. Quelle fonti arrivavano anche a ipotizzare diverse modalit per lo svolgimento del colpo di Stato: avvelenamento, malattia improvvisa o un incidente. L’orizzonte temporale sarebbe ristretto: l’obiettivo sarebbe quello di rimuovere il presidente il prima possibile, per ripristinare i legami economici con l’Occidente.
Una parte dell’lite avrebbe gi scelto il successore di Putin: sarebbe Aleksandr Bortnikov, che proprio il direttore dell’Fsb. Proprio alcuni alti ufficiali del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa erano stati messi agli arresti domiciliari nei giorni scorsi, incolpati dallo Zar del fallimento della guerra in Ucraina: il capo del servizio di spionaggio estero Sergej Beseda e il suo vice Anatolij Bolyukh sono stati accusati di aver fornito notizie errate e di aver rubato i soldi destinati ad arruolare agenti, mettere assieme pezzi di intelligence e organizzare operazioni sovversive.
In realt, notava il generale Vincenzo Camporini in un’intervista al Corriere, possibile che Beseda e Bolyukh siano stati costretti a riferire allo Zar le informazioni che voleva sentire, e su quelle informazioni siano state poi prese decisioni strategiche sbagliate. Subito prima dell’invasione, infatti, Putin aveva umiliato il capo dei servizi di intelligence russi Sergei Naryshkin, colpevole di aver espresso un’opinione discordante, durante la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale: le parole pronunciate quel giorno — Parla chiaramente, Sergey Yevgenyevich — sono ora usate dall’Fbi per reclutare funzionari russi scontenti dell’ambasciata a Washington.
Come scriveva per alcuni giorni fa Paolo Valentino, Putin sembra disporre di un saldo zoccolo duro nell’opinione pubblica, che ne appoggia le scelte anche grazie alla forza e penetrazione della sua propaganda. “Ha un potere totale — dice un manager italiano da molti anni in Russia — e anche se la situazione sta spingendo alcuni fra gli oligarchi a esprimere insoddisfazione, queste voci non hanno al momento alcuna sponda politica o militare”.
Eppure nessuno nega gli scricchiolii, i sussulti: segnali che qualcosa si stia muovendo. Io credo che Putin possa anche cadere, ma non adesso, ci vuole del tempo, diceva a sempre a Paolo Valentino Valerij Solovei, politologo e storico che ha diretto il Dipartimento di Affari Istituzionali al celebre Mgimo, l’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Universit di Mosca, prima di esserne licenziato per le sue opinioni indipendenti.
Secondo Solovei , la situazione destinata ad aggravarsi, la guerra in Ucraina colpisce la nostra coscienza e il nostro livello di vita e avr gravi conseguenze sociali ed economiche, che possono sfociare in crisi politica. Lo studioso considera lo scontento delle lite, oligarchi e imprenditori, un fattore importante e decisivo: Al momento non sono pronti a parlare a voce alta, ma se la deriva proseguisse potrebbero unirsi, hanno collegamenti con alcuni gruppi politici e insieme possono mettere una fortissima pressione su Putin. Ma questo non accadr prima dell’autunno, il regime forte e stringe le viti della repressione, ha gi dimostrato che non disposto a tollerare alcun dissenso.
24 marzo 2022 (modifica il 24 marzo 2022 | 16:01)
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